Covid 19, preoccupa il focolaio al carcere di Siano: l’allarme della Uilpa

"A distanza di 3 giorni, forse, nemmeno la metà del personale è stato sottoposto a tampone molecolare"

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    La Uilpa esprime preoccupazione per il proliferarsi di casi di covid 19 all’interno dell’Istituto Penitenziario di Siano. “Nelle ultime ore sta incrementando il numero dei casi di positività accertati – si legge nella missiva trasmessa al direttore del carcere – sia fra gli operatori sia fra i detenuti della Casa Circondariale di Catanzaro, tanto da far pensare a un vero e proprio cluster nell’Istituto.  Si è appreso che sin da subito sono state poste in essere tutte le possibili misure, previste dai vari protocolli, tese ad arginare quella che sembra oramai un’ondata crescente. Pur apprezzando le iniziative e le misure profuse , tese a salvaguardare la salute di tutti gli operatori penitenziari e non solo – incremento del materiale di protezione, sollecitazioni all’Asp su implementazione tamponi, essere in prima fila per fornire rassicurazioni costanti al Personale di Polizia Penitenziaria ed alla popolazione detenuta – ritiene che forse sia anche il caso di richiedere un’implementazione del personale sanitario e anche della Polizia Penitenziaria per affrontare questa emergenza”.

    Nella missiva trasmessa, anche, ai vertici romani di categoria si legge: “Non può sicuramente un solo direttore , per quanto attento e scrupoloso, affrontare una problematica del genere senza ricevere adeguato sostegno. Comincia ad essere importante il numero del Personale di Polizia Penitenziaria che è risultato positivo al Covid (n.9/10), così come importante risulta essere il numero dei detenuti (n.35/40)”.

    Numeri che saranno destinati inevitabilmente ad aumentare. Non si può purtroppo non sottolineare la peculiare situazione di questo Istituto che a distanza di quasi 4 anni dall’emanazione di un decreto ministeriale, inerente l’aumento delle piante organiche, risulta essere inferiore di oltre 90 unità e che tale situazione produce rischi sulla sicurezza dell’Istituto e sull’esercizio dei diritti del personale. Peraltro – prosegue la nota – non è da sottovalutare il numero di personale che attualmente è assente giustificato in conseguenza di quanto si sta verificando, soprattutto se messo in relazione a quanto accaduto qualche mese addietro nei vari Istituti Penitenziari in occasione del proliferare della prima ondata covid”.

    “E’ oramai risaputo – si legge – che questo è un virus che non risparmia nessuno, Personale di Polizia penitenziaria, operatori penitenziari, operatori sanitari, detenuti ed è dunque necessario richiedere l’intervento urgente delle Autorità sovraordinate al fine di affrontare con sicurezza, razionalità e determinazione un problema di tale portata. Preoccupa inoltre la circostanza che a distanza di 3 giorni dal focolaio scoppiato nell’Istituto, forse, nemmeno la metà del personale è stato sottoposto a tampone molecolare“.

    “Peraltro anche la modalità di effettuazione dello stesso lascia perplessi: un numero contingentato di unità si deve recare fuori dall’Istituto a circa 6 kilometri di distanza presso una postazione dell’esercito. Al fine di evitare che per sottoporre a tampone tutto il personale di PP si impieghi talmente tanto tempo da rendere persino inefficace il monitoraggio, sarebbe essenziale adottare procedure analoghe a quelle utilizzate per i detenuti, dove in un solo pomeriggio ne sono stati sottoposti a tampone circa 300. Non si comprende perché non si velocizza l’operazione e non si utilizza la tensostruttura all’interno dell’Istituto Penitenziario. Molte operazioni – rectius tutte – nelle sezioni interessate da detenuti risultati positivi vengono espletate dal personale di Polizia Penitenziaria e non dalle Oss per come dovrebbe essere. Tale aspetto rischia di far implementare ulteriormente situazioni di contagio.Pagina 3 di 3 Tutte le categorie lavorative, all’interno dell’Istituto, appaiono stremate e nonostante tutto continuano ad espletare le loro mansioni con decoro e abnegazione. Non si disperda inutilmente tale contributo”.

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