Visite dei familiari dei pazienti in terapia intensiva, Cosco: “Ok alla sperimentazione ma meglio aspettare”

L'analisi del primario Malattie infettive dell'ospedale "Pugliese" di Catanzaro

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    “In linea generale tutto si può fare e niente è impossibile, poi bisogna vedere se le strutture sono in grado di reggere”. A dirlo all’AdnKronos è il dottor Lucio Cosco, primario Malattie infettive dell’ospedale “Pugliese” di Catanzaro, a proposito della sperimentazione di alcuni ospedali, come quello di Pisa o il San Camillo di Roma, che mira a permettere le visite dei familiari dei pazienti in terapia intensiva, previo tampone molecolare.

    “Si tratta di un problema che al momento non abbiamo preso in considerazione per molti motivi – spiega il dottor Cosco -, in primo luogo il fattore sicurezza, soprattutto perché qui da noi non si può totalmente distinguere il percorso ‘pulito’ dal percorso ‘sporco’, in quanto la struttura ha un percorso interamente ‘sporco’, nel senso che ci passano tutti malati, quindi sarebbe necessario provvedere con continue sanificazioni e non solo”.

    Dunque, prosegue il primario, “attualmente non credo sia possibile mettere in pratica le visite, anche se capisco il motivo della sperimentazione”. Ma, conclude il dottor Cosco, “in questo momento l’unico modo sono i mezzi elettronici, l’uso dei telefonini permettere ai familiari di vedere i loro cari ricoverati, cosa che naturalmente facciamo già”.

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