Avere ragione e non reagire: democrazia in pericolo. Monito dell’associazione Artù

"All’Università di Catanzaro i rappresentanti negli organi vengono decisi “a tavolino” dai pochi"

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    “Quando la maggioranza sostiene di avere sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia”. Le parole con cui Umberto Eco descrive l’equilibrio della democrazia accompagnano la nostra riflessione su quanto sta avvenendo intorno alle elezioni indette, il 19 e 20 maggio prossimi, per il rinnovo degli organi rappresentativi all’Università Magna Graecia di Catanzaro.

    È quanto sostiene l’Associazione universitaria “Artù”, che prosegue: “Gli organi di rappresentanza universitaria dovrebbero essere, tramite elezioni, espressione del popolo studentesco, ma così non è all’Università di Catanzaro, dove i rappresentanti negli organi vengono decisi “a tavolino” dai pochi. Potremmo parlare di un sistema oligarchico in cui al tavolo dei potenti si svolgono trattative “segrete” per raggiungere l’accordo del cosiddetto “Listone”. Listone, appunto, nel quale le due associazioni universitarie “Insieme” e “Primavera”, assieme a chi di dovere, hanno stabilito chi e come dovrà ricoprire i ruoli di rappresentanza. Se chi ha partecipato al tavolo vuol far credere che questo sia stato un accordo per il bene degli studenti, noi non ci stiamo. Parliamo di accordi studiati, manovre, prepotenza, chiamate per “concedere” posti in seno agli organi. Chiamate ricevute e accordi da noi rifiutati perché crediamo che la dignità e la democrazia siano più importanti di qualsiasi ruolo. Sarebbe stato bello dare vita ad un’alleanza fatta di idee, di passioni e di progetti, ma la condivisione necessita di pari dignità e partecipazione di tutti, non dei giochi dei pochi”.

    “Abbiamo cercato più volte il dialogo ma non ci siamo riusciti perché dai piani alti, in un luogo democratico come dovrebbe essere l’Università, la libera partecipazione non è concessa a tutti. Siamo stanchi di vedere che, nella culla della cultura e della formazione, ci siano questi giochi di potere. Come associazione Artù – si legge nella Associazione universitaria “Artù” – ci dissociamo da queste farlocche elezioni universitarie e da questo sistema basato su logiche spartitorie. Come associazione non esiteremo ad occuparci di ciò che da troppi anni accade all’interno dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, ma che nessuno ha mai avuto il coraggio di denunciare. A seguito dell’ennesimo “accurduni”, abbiamo deciso di proseguire la nostra battaglia moltiplicando le iniziative a difesa dei diritti e degli interessi di tutta la comunità universitaria”.

     

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