La tenuta finanziaria del Comune è fuori discussione

Questa la risposta del sindaco Abramo ai toni allarmistici con i quali sono stati riportati i richiami della Corte dei Conti. Il Comune diffida lo Stato a una diversa ripartizione dei fondi previsti dalla legge 42

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    In una seduta d’Aula dedicata all’approvazione del bilancio non poteva mancare un passaggio dedicato alle osservazioni fatte recapitare dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti al Comune di Catanzaro e riportate sulla stampa alla vigilia della convocazione del Consiglio comunale. I rilievi della Corte si riferiscono ai risultati di gestione degli esercizi 2015, 2016, 2017, e comportano per il Comune l’obbligo di rispondere punto su punto a quanto rilevato entro sessanta giorni, con la prescrizione al presidente del Consiglio comunale di portare a conoscenza dei consiglieri il deliberato alla prima seduta utile.

    Marco Polimeni ha spiegato che sin da domattina la delibera dei magistrati e le interlocuzioni già avvenute tra Corte e uffici comunali sarà messa a disposizione nelle caselle elettroniche dei consiglieri e si provvederà a convocare una seduta di Consiglio apposita e quanto prima possibile.

    Questo sull’aspetto formale. Sul piano sostanziale è intervenuto lo stesso sindaco, Sergio Abramo nel relazionare sulle pratiche di bilancio, poi approvate. Tutto ciò che è stato scritto sulla stampa in proposito, ha detto il sindaco, è sbagliato. I rilievi mossi dalla Corte sono di natura tecnica e non c’entrano nulla con la tenuta finanziaria del Comune di Catanzaro. Che è, viceversa, ben solida, “come dimostrato dall’approvazione odierna del documento contabile”.

    Innanzitutto, un ridimensionamento numerico: “Le osservazioni che sono state fatte dalla Corte dei conti – puntualizza Abramo – si riducono a sei punti fondamentali, e non diciotto, come riportato. Alcuni rilievi sono stati già superati. Mi riferisco alla mancata o ritardata riscossione dei tributi, sui quali c’è stata addirittura una polemica in Consiglio comunale, quando si è detto che noi facciamo i pignoramenti per la riscossione delle tasse in questo periodo. Da una parte ci si dice di essere più leggeri con la riscossione, dall’altra però oggi si pubblica che il Comune viene bacchettato per la mancata riscossione dei tributi”.

    “Su un altro punto – ha continuato il sindaco – ricordo che il Consiglio comunale ha approvato un piano per il Fondo svalutazione crediti. Lo abbiamo rimpinguato magari non al massimo, ma in modo di prevedere delle poste in essere nel corso degli anni. Un’altra richiesta che ci è stata fatta è quella in base al decreto legge 35, che è stato lo strumento previsto dallo Stato tramite la Cassa Depositi e Prestiti per pagare le forniture. Nel caso specifico abbiamo avuto le somme da versare alla Regione Calabria per rifiuti e acqua, abbiamo spalmato la restituzione su 30 anni come previsto per legge. Quella della Corte dei Conti è una semplice richiesta, tant’è vero che questa stessa lettera è stata mandata a 180 Comuni della Calabria, ma anche a livello nazionale, è un accertamento tipo che fa la Corte dei Conti, e non ha niente a che vedere con le finanze dei Comuni. Piuttosto c’è da considerare la sentenza di qualche giorno fa della Cassazione che interviene sulla restituzione in 30 anni, prevedendo viceversa un massimo di tre anni: se dovesse passare questa norma salterebbero tutti i Comuni d’Italia”.

    “Altri punti sono la consistenza eccessiva del fondo della indennità di fine mandato del sindaco – ci si poteva dimenticare del sindaco, ha detto con un mezzo sorriso Sergio Abramo –; il fondo perdite delle società partecipate e non abbiamo avuto bisogno; i debiti fuori bilancio che sono un problema per tutti i Comuni; il patto di integrità con il pareggio di bilancio, ma osservo che da quella data in poi abbiamo sempre avuto il pareggio di bilancio; il rispetto dei tempi di pagamento, ma abbiamo una media di pagamento, 45 giorni, che rientra nei parametri di legge”.
    “Quando di tratta di finanze del Comune – ha commentato Abramo – una cosa sono le osservazioni della Corte dei Conti che ci possono anche essere, altro è la tenuta finanziaria del Comune che non è in discussione visto che approva ogni anno in pareggio il bilancio con il visto dei revisori. Sono cose completamente diverse. Non vorrei che si fosse ingenerato da una lettera di chiarimento richiesta dalla Corte dei Conti qualche dubbio sulla stabilità dei conti del Comune di Catanzaro. Fermo restando le gravi difficoltà che incontrano i conti dei Comuni, compreso il Comune di Catanzaro, vi accorgete da soli – ha detto rivolto ai consiglieri – che, approvato il bilancio, i capitoli sono quasi tutti a zero. È vero che non abbiamo debiti, ma abbiamo i capitoli vuoti.
    Vorrei anche informare il Consiglio comunale che due-tre mesi fa nella trasmissione Report una società specializzata, la fondazione Openpolis, ha fatto notare che nella relazione della Corte dei Conti era scritta chiaramente la differenza dei trasferimenti da parte dello Stato tra i comuni del Nord e quelli del Sud, in applicazione alla legge 42 sul regionalismo differenziato. Ho deciso di contrattualizzare questa società e di chiedere i dati in suo possesso. Ho chiesto la rendicontazione del comune di Catanzaro solo per il 2015 e ho avuto in risposta una cifra di riferimento di circa 15 milioni di euro. Abbiamo deciso come Comune di presentare una diffida allo Stato. Questa diffida aveva una tempistica di 60 giorni, ci hanno avvisato dai ministeri che la pratica è stata mandata agli uffici competenti, non abbiamo avuto risposta entro i sessanta giorni, ora con i dati che ci fornirà Openpolis siamo pronti con i nostri uffici legali a fare causa. Rispetto a questa procedura siamo stati contattati dai comuni di Crotone e Vibo, hanno voluto la documentazione, anche loro hanno fatto diffida allo Stato e molto probabilmente i tre uffici legali faranno causa comune”.

    Questo è quanto detto dal sindaco dopo la pubblicazione della delibera della Corte che, in verità aveva toni molto più allarmanti della sua versione. Vedremo come si svilupperà il dibattito a cui è chiamato tutto il Consiglio. Tra il pubblico sedeva per l’occasione l’Ufficio dei revisori, composto dal presidente Lacava e dai colleghi Vono e Cavallaro. Il sindaco nel relazionare il bilancio ha letto anche l’obbligatorio parere dell’Ufficio di revisione che lo ha approvato. Con qualche “osservazione e suggerimento”. Vi si legge che “le previsioni di entrata e spesa corrente sono complessivamente attendibili e congrue, nonché rispettose dei vincoli di finanza pubblica”. I revisori comunque ribadiscono la necessità di “verificare le entrate da recupero evasione tributaria ed i proventi delle sanzioni per violazione al codice della strada, nonché la dinamica dei tributi propri (Imu, Tasi e Tari) e delle entrate extratributarie. In merito alle spese, oltre al rispetto dei vincoli in materia di spesa del personale, i revisori raccomandano di perseguire l’obiettivo del contenimento delle spese per l’acquisto di beni e servizi e del rispetto delle norme sulla puntualità dei pagamenti”. Sul fronte delle spese, il collegio “ritiene essenziale l’attività di analisi e monitoraggio delle passività probabili e dei debiti fuori bilancio, sia al fine di ridurre l’entità del fenomeno, sia al fine di preservare gli equilibri di bilancio con tempestive e congrue integrazioni del fondo per il contenzioso“.

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