L’attualità di San Francesco di Paola: se ne parla il 28 maggio

Incontri programmati dalla parrocchia “San Pio X” di Catanzaro

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    “Chi non ha cosa alcuna, possiede ogni bene” ha scritto San Francesco di Paola perché “la povertà ci ha istituiti eredi del Regno de’ Cieli; ci ha fatti poveri di cose, ma ricchi di virtù”.

    Due importanti appuntamenti per approfondire il pensiero e l’attualità di San Francesco di Paola sono stati programmati dalla parrocchia “San Pio X” di Catanzaro. Il primo, si terrà venerdì 28 maggio, alle ore 18,30; il secondo, domenica 30, alle ore 11,00.

    Gli appuntamenti, fortemente voluti dal parroco, mons. Francesco Isabello, di concerto con il presidente dell’associazione “Nuova Accademia dei Bronzi”, Vincenzo Ursini, sono rivolti a tutti i fedeli ma in particolare ai devoti di San Francesco di Paola, fondatore dell’Ordine dei Minimi e proclamato santo il 1° maggio del 1519 da Papa Leone X.

    Venerdì 28 maggio, dopo i saluti del parroco, relazioneranno don Vincenzo Lopasso (“L’attualità di San Francesco di Paola”) e Padre Franco Lenti, parroco di S. Croce, (“San Francesco di Paola e l’ecologia”). Seguirà l’esposizione della Reliquia “Corona del Rosario” appartenuta a San Francesco di Paola.

    Di particolare interesse sarà anche l’appuntamento di domenica 30 maggio. Dopo la concelebrazione eucaristica presieduta da M.R.P. Francesco Trebisonda, Provinciale dell’Ordine dei Minimi, ci sarà, infatti, la benedizione del quadro donato alla Parrocchia da Vincenzo Ursini, presidente del sodalizio culturale “Nuova Accademia dei Bronzi”, opera di grande formato realizzata dall’artista Alfredo Leonardo. L’incontro si concluderà con un intervento di Antonio Montuoro.

    “San Francesco di Paola – spiega don Vincenzo Lopasso – testimoniò la penitenza in stretto legame con la misericordia. E non poteva essere diversamente, dato che era un uomo dedito alla preghiera e alla contemplazione. Prendendo come modello Gesù, ha dimostrato la misericordia divina con i gesti e le parole, ha rivelato il volto del Padre, orientando le persone verso un “oltre”. Per lui la penitenza era il fondamento di tutto, l’elemento coagulante della sua opera e del suo messaggio, il suo carisma; da qui è partito per vivere l’evangelo e predicarlo nella sua epoca. Nel proporre oggi la penitenza sarebbe errato sottolinearne la dimensione psicologica che ne fa il risultato dell’iniziativa del soggetto; occorre, invece, partire dal fatto che essa, come la stessa conversione, fiorisce dall’amore al Signore e dalla consapevolezza di appartenere a lui; direi, nasce dal desiderio di contraccambiare, amando Gesù, l’amore con cui ci ha amati”.

    “Il messaggio penitenziale di San Francesco insegna agli uomini del nostro tempo di dare importanza alla cultura dell’essenzialità come strumento che li salva dal pericolo dell’insoddisfazione e dell’infelicità, dal rischio di condurre una votata alla frammentarietà e all’insicurezza. Tale cultura dev’essere oggi diffusa in particolare tra i giovani se si vuole che prendano le distanze da tutto quanto non li aiuta veramente a maturare come persone responsabili in grado di compiere scelte significative e definitive”.

    “La vita penitenziale di San Francesco, – conclude il prof. Lopasso – era, inoltre, centrata sulla carità. Per lui non c’era alcun iato tra penitenza ed impegno sociale, come dimostra il suo impegno  volto a lenire le sofferenze dei fratelli e a combattere le ingiustizie. Tale messaggio può  facilmente giungere al credente che oggi si sente chiamato a vivere la vocazione alla santità, già insita nel battesimo ricevuto, a contatto diretto con le realtà terrene e nell’incontro con gli altri. E non può esimersi dal dare il suo contributo per il rinnovamento e la trasformazione del mondo in vista dell’avvento del regno di Dio. Così la penitenza, lungi dal servire al proprio perfezionamento, è vista nei suoi risvolti relazioni e sociali; dimensione, questa, oggi tenuta in grande considerazione a diversi livelli e indispensabile per comprendere se stessi e riscoprire il proprio ruolo nel mondo”.

    “La nostra associazione – ha sottolineato Vincenzo Ursini – non promuove solo poesia e arte ma anche iniziative che abbiano come fine il quotidiano impegno sociale e civile dei cittadini, convinti come siamo che ciascuno di noi debba fare la propria parte in termini di uguaglianza e pacifica convivenza, nel rispetto delle diverse identità e soprattutto sostenendo l’accoglienza. Ogni credente ha, per noi, il dovere di mettersi a disposizione dei più poveri, per come può, così com’è stato San Francesco di Paola durante tutta la sua vita. Ringrazio, quindi, mons. Francesco Isabello per aver accettato la nostra donazione, ma anche il dottor Mauro Rechichi, già primario del Dipartimento Emergenze-Urgenze dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”, e i poeti Francesca Misasi e Iolanda Erminia Ferrara che hanno aderito all’iniziativa”.

     

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