Nuovo palazzo nell’ex Maddalena, le associazioni chiedono la presentazione pubblica del progetto

L'appello di Catanzaro è la mia città; Catanzaronelcuore; Cara Catanzaro; Italia Nostra; Mirabilia; Osservatorio per il decoro urbano; Petrusinu ogni minestra

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    “In una città devastata e violentata da scelte urbanistiche scellerate e rifacimenti architettonici devastanti occorre essere molto cauti su nuove costruzioni all’interno del perimetro storico di Catanzaro”. E’ quanto scrivono, in una nota, Catanzaro è la mia città; Catanzaronelcuore; Cara Catanzaro; Italia Nostra; Mirabilia; Osservatorio per il decoro urbano; Petrusinu ogni minestra.

    “L’abbattimento della scuola Maddalena (già ex monastero delle Convertite) e i nuovi immobili che dovrebbero sorgere sull’area adiacente alla chiesa cinquecentesca e in quelli che sono i luoghi in cui si trovava la chiesa di San Biagio, non possono essere “superati” con un semplice rendering sbandierato sui giornali. Già come associazioni, nel momento in cui si era paventata questa opinabile scelta, avevamo espresso diversi dubbi sull’intervento. Avere fondi a disposizione non consente a nessuno di mortificare la storia e i luoghi di una città già devastata” – scrivono in una nota le associazioni.

    “Il parere della Soprintendenza lascia il tempo che trova: già nel recente passato abbiamo visto come i tecnici della sede cosentina hanno permesso scempi vergognosi al patrimonio storico-artistico della città. Basti pensare che la stessa Soprintendenza aveva in un primo momento “bollato” la Caserma Triggiani, già ex monastero di Santa Chiara, come un palazzo senza valore storico. Una vicenda vergognosa e ridicola – prosegue la nota –  alla quale, solo dopo gli interventi delle nostre associazioni e  della cittadinanza, la stessa Soprintendenza è stata costretta ad ammettere l’errore riconsiderando l’ex monastero di Santa Chiara “di interesse storico particolarmente importante in quanto testimonianza materiale delle vicende religiose, sociali e militari che hanno interessato la città e, pertanto, sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nel DL 42/2004, Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”.

    “Tuttavia gli scempi ancora continuano – si legge nella nota – visto che, ad esempio, la facciata e la torre campanaria di quella che era la chiesa di Santa Teresa dell’Osservanza (già ex ospedale militare) dopo i primi positivi interventi (vedi ritrovamenti di archi in pietra risalenti al XV sec.) sta per essere tinteggiata senza che venga  sufficientemente indagata. In altri luoghi avrebbero tolto completamente l’intonaco e ricostruito il prospetto originario e la torre campanaria che si vede chiaramente sia nel quadro di Antonello De Saliba “La Madonna della Ginestra” sia in cartoline del primo novecento. Ma la voglia di tagliare nastri, spesso, stride con il rispetto che si deve avere per la storia e per i luoghi”.

    “Così, prima di vedere attuato l’ennesimo scempio nel centro storico della città, – proseguono – chiediamo pubblicamente all’Amministrazione Abramo di presentare il progetto del rifacimento dell’area della Maddalena alla città. I progettisti e i tecnici della Soprintendenza spieghino ai cittadini cosa vogliono fare e come si comporteranno in caso di ritrovamenti archeologici a seguito dell’abbattimento della ex scuola e del rifacimento dei luoghi in cui si trovava la chiesa di San Biagio. Durante le fase di abbattimento e ricostruzione su quell’area ci saranno degli archeologi che vigileranno? Non è una domanda con risposta scontata. Perché quella che è una prassi in ogni luogo del pianeta, viene puntualmente disattesa a Catanzaro. Si badi bene che la nostra richiesta è fondata solo sul rispetto della storia di questa sfortunata città, sulla quale sembra essere calata una cappa di ignoranza, incultura,  e scarsa conoscenza delle origini. I catanzaresi vogliono sapere quello che verrà realizzato nel cuore di un centro storico fin troppo devastato, e se saranno salvaguardati i possibili manufatti storici che potrebbero riemergere durante i lavori. Ma soprattutto, vogliono sapere se il “singolo intervento” rientra in un piano di recupero del centro storico poggiato su qualche visione ben definita a priori o se, al contrario, si naviga a vista!”.

     

     

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