Bosco Li Comuni: a caccia delle responsabilità

"Se Calabria Verde non è in grado di ottemperare ai suoi compiti, si vada alla rescissione della convenzione"

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    “C’era una volta il “Bosco Li Comuni”: questo probabilmente sarà il prossimo titolo utile per ricordare l’area di ben settecento ettari, ricca di mille specie vegetali, dotata di oltre trenta chilometri di percorsi, di un giardino botanico, di un grazioso laghetto e di una casa rifugio, meglio nota come Pineta di Siano. Questo era il titolo di un nostro comunicato dell’1 dicembre 2020, con il quale dopo una serie di incontri con i responsabili di Calabria Verde, del Comune di Catanzaro e con il presidente del Parco “Li Comuni” Michele Traversa, mettevamo in evidenza le carenze e l’inerzia degli enti preposti nella cura e salvaguardia del più grande parco comunale di Catanzaro. Siamo stati purtroppo facili profeti, perché l’azione scellerata di soggetti irresponsabili che hanno dolosamente appiccato il fuoco in più punti nelle zone adiacenti le località di Janò-Rumbolotto ha determinato lo scempio che è sotto gli occhi di tutti, grazie soprattutto alle mancate azioni da parte degli amministratori comunali e ai dovuti interventi demandati a Calabria Verde dal 2014 ad oggi. Eppure nell’ottobre 2019 al sindaco di Catanzaro Sergio Abramo e al presidente onorario del Bosco Li Comuni, Michele Traversa, avevamo consegnato un’idea progettuale, contenente diversi elementi da tenere in considerazione al fine di elevare ad area protetta il Parco Li Comuni”.

    Inizia con questo excursus la nota di Riccardo Elia intervenuto per il consorzio di associazioni e di cittadini a difesa del Bosco Li Comuni.

    “Il parco urbano più grande di Catanzaro, invece, per anni ha sofferto di scarsa cura e manutenzione. La sorveglianza e il controllo dell’area, – si legge-  la creazione di viali tagliafuoco, la realizzazione di una viabilità operativa che consente di raggiungere i luoghi dove si manifesta il fuoco, l’approvvigionamento idrico con la realizzazione di una rete di punti di rifornimento fissi o mobili, la creazione di piazzole di atterraggio elicotteri per il trasporto di squadre in punti poco accessibili, e gli interventi selvicolturali (ripuliture, diradamenti, potature) sono alcune delle misure fondamentali per ridurre il rischio e gli effetti del fuoco. Niente di tutto questo è stato però programmato o mantenuto nel tempo. Ricordiamo ancora una volta chi sono i soggetti in campo. Il Comune di Catanzaro, – continua la nota – impossibilitato ad effettuare le cure colturali necessarie e tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, ha concesso in comodato d’uso gratuito nel 2014 a Calabria Verde i terreni e i fabbricati per un periodo di anni 6+6. L’azienda veniva autorizzata a richiedere le necessarie autorizzazioni agli organi competenti per la realizzazione degli interventi di manutenzione e gestione ordinaria e straordinaria. Calabria Verde si impegnava a destinare i fabbricati presenti quale sede della Direzione Generale dell’azienda, procedendo anche all’ampliamento; ad attivare le forniture di energia elettrica (unica cosa fatta di recente con l’illuminazione del viale principale) e approvvigionamento idrico presso la costituenda Direzione regionale. A distanza di 7 anni dalla convenzione gli impegni sottoscritti sono rimasti sulla carta. Il progetto non è mai partito, anzi l’abbandono ha preso il sopravvento”.

    “L’azienda forestale della Regione ha di fatto cessato l’attività di realizzazione di sentieri, ha abbandonato lo splendido orto botanico presente, e non ha garantito per molti mesi neppure la manutenzione ordinaria. Si è anche avviato, grazie alle nostre pressioni e all’interessamento di qualche consigliere regionale, l’iter procedurale per la formalizzazione di una proposta di legge regionale sull’istituzione dell’area protetta dell’enorme bosco cittadino, ma i tempi perché ciò si possa concretizzare sono sicuramente ancora lunghi. Intanto gran parte del bosco “Li Comuni” è andato distrutto. Si sono prodotti danni incalcolabili all’ambiente, alla flora e alla fauna. Calabria Verde non ha investito uomini e risorse in maniera adeguata per la tutela della Pineta, però in questi due giorni di fuoco si sono spesi enormi risorse economiche pubbliche per l’impiego delle squadre a terra ma soprattutto per i voli dei canadair e degli elicotteri, considerando le seimila euro in media necessarie per coprire il costo orario per singolo veicolo. La domanda sorge spontanea: è ancora lecito lasciare la tutela del bene comune in mano a chi ha così disatteso i propri ruoli istituzionali e professionali? Se Calabria Verde non è in grado di ottemperare ai suoi compiti, si vada alla rescissione della convenzione e si trovi una soluzione alternativa a favore del bene della collettività, per scongiurare il pericolo di compromissione del polmone verde e per la salvaguardia e la valorizzazione del “Bosco Li Comuni“. Così chiudevamo il nostro comunicato dell’1 dicembre 2020. Oggi, purtroppo a malincuore, – conclude – registriamo che tale richiesta è in questo momento più che mai legittima. Sindaco, se ci sei, batti un colpo”.

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