Il paradiso che non c’è più: l’amarezza di Collevento foto

"Noi c’eravamo ieri e ci siamo oggi, nel momento in cui il paradiso si è trasformato in inferno, da quest’inferno daremo il nostro contributo per la rinascita di questo luogo, affinché risorga e possa essere ancora ammirato da questa città”

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    “Il dramma degli incendi che ha avvolto molte zone di Catanzaro, sembra dare una tregua alla città. Dopo giorni di guerra con il fuoco, diverse aree sono ridotte a cumuli di cenere, mentre le ultime colonne di fumo segnalano il passaggio della “guerra””. Inizia così la nota di Raffaele Arabia (Collevento).

    “Sembrano scene di un’apocalisse che ha raso tutto al suolo. Diversi sono i roghi – dice Arabia  -divampati in tutta la regione, nella nostra città uno dei più diffusi ha colpito un polmone verde del territorio comunale, la Pineta di Siano, distrutta in pochi giorni da fiamme che hanno incenerito tutto. Un patrimonio unico andato in fumo, di cui oggi restano solo i segni della distruzione. Non vogliamo intervenire in merito a ciò che si poteva fare diversamente per tutelare l’area in maniera preventiva. Non abbiamo mai recitato il ruolo di giudici e non lo faremo ora, anche perché questa sentenza ci vede tutti condannati. La Pineta non esiste più e nessuno ne uscirà vincitore. Dei migliori piani e delle migliori ricette che pioveranno da ogni dove, ora che non servono a nulla, resteranno solo parole. Il tempo è tiranno e non si può tornare indietro”.

    “Proprio qualche mese fa – aggiunge Arabia  – c’eravamo impegnati nella pulizia di una parte di quest’area, chiedendo ad istituzioni e concittadini di essere sempre rispettosi verso questo tesoro verde. Oggi quel paradiso non esiste più e forse dietro questo orrendo spettacolo c’è la mano dell’uomo, se chi provoca tanto orrore può essere definito tale. Nella nostra mente restano le immagini più brutte che questo luogo fantastico ci ha regalato, le fiamme che divorano gli alberi e decine di animali che speriamo abbiano trovato riparo in quella tempesta di fiamme.  Noi c’eravamo ieri e ci siamo oggi, nel momento in cui il paradiso si è trasformato in inferno, da quest’inferno daremo il nostro contributo per la rinascita di questo luogo, affinché risorga e possa essere ancora ammirato da questa città”.

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