Scuola, l’Associazione “Dar Assalam” chiede all’USR adeguamenti per gli alunni di fede musulmana

Tra le richieste rivolte all’Ufficio scolastico regionale: attività diverse durante l’ora di religione e alimenti vegetariani o vegani “per non far sentire nessuno escluso dalla vita scolastica”

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    Il prossimo 20 settembre anche in Calabria suonerà la campanella in tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado. E dopo due anni di emergenza covid, tra dad e rientri a singhiozzo, si ritorna in classe finalmente in presenza. In vista del nuovo anno scolastico, Antonio Carioti, presidente dell’Associazione culturale musulmana di volontariato “Dar Assalam”, a nome della comunità musulmana di Catanzaro, ha inviato in questi giorni una lettera all’Ufficio scolastico regionale per richiedere che nelle scuole di ogni ordine e grado “venga rispettato il diritto, degli alunni di fede musulmana, – si legge nella lettera – di non usufruire dell’insegnamento della religione, ore in cui i bambini e i ragazzi dovrebbero essere impegnati in altre attività e non rimanere in fondo all’aula come di sovente avviene”.

     Servizio mensa

    “Chiedo inoltre – scrive Carioti nella lettera – che ci sia un aggiornamento del servizio mensa. Gli alunni musulmani, come noto, possono mangiare solo carni “halal” ( macellate secondo un rituale ben preciso da un musulmano praticante), pertanto, sarebbe opportuno, a prescindere dalle scelte di fede varie di fronte alle quali ci si possa trovare, offrire un’alternativa vegetariana o vegana, questo permetterebbe ai bambini e ragazzi ebrei, musulmani, buddisti, o semplicemente vegetariani/vegani di mangiare insieme alla propria classe in maniera adeguata”.

    Recite scolastiche

    “Usufruendo anche di figure esterne che anche l’associazione può mettere a disposizione in forma gratuita – continua Carioti – si possa offrire la possibilità di organizzare recite ed attività alternative a quelle riguardanti le festività cattoliche, in modo da rispettare le altre confessioni senza che gli alunni debbano avere come alternative restare a casa o fare qualcosa che víoli i principi secondo i quali vengono educati sotto il punto di vista religioso. Le rappresentazioni non cattoliche potrebbero consistere nella recitazione di poesie, in canti o esibizioni musicali sulla base dei gusti e competenze dei singoli bambini/ragazzi. Questo, ovviamente, permetterebbe ai bambini di ogni confessione ed alle famiglie atee di vedere rispettati i propri diritti ed ideali di fede e non”.

    “Si ricorda – conclude – che gli istituti scolastici pubblici non sono cattolici così come non lo è lo Stato italiano e, prescindendo dagli accordi presi Illo tempore con lo Stato Vaticano, oggi, nel 2021, con una multietnicità estesa e con scelte diverse da quella cattolica effettuate anche da famiglie italiane autoctone, si rende necessario rivedere alcuni “blocchi mentali” che certamente non aiutano i bambini e i ragazzi a crescere in maniera serena, offrendo loro il rispetto e l’apertura alle diversità di cui necessitano”.

    preghiera musulmana

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