Lavoro e legalità: incontro a Lamezia con Gratteri e Landini (Cgil)

Il procuratore: "Non vanno soffocate nè imprese nè lavoratori". Il sindacalista: "Incentivare l'assunzione a tempo indeterminato"

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    “Il tema e’ importante e piu’ che mai attuale. C’e’ ora una leggera ripresa economica, c’e’ una leggera riapertura. C’e’ bisogno di manodopera, pero’ bisogna stare attenti a non soffocare le imprese ma le imprese, a loro volta, non devono soffocare gli operai”. Lo ha affermato il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, a Lamezia Terme per partecipare a un dibattito organizzato dalla Cgil con Maurizio Landini, con riferimento al tema della sicurezza sul lavoro.

    “Serve – ha proseguito Gratteri – maggiore rispetto per i lavoratori e cercare di trovare un punto di incontro tra quello che e’ una ripresa dove molte aziende sono alla canna del gas e l’esigenza di avere una dignita’ e una minima retribuzione”. Con riferimento al tema dell’inasprimento delle sanzioni, Gratteri ha osservato: “Queste sono tipologie di reati che non vedono detenuti, quindi non riesco ad immaginare eventuali processi, eventuali indagini, eventuali condanne in primo grado e poi se questi processi senza detenuti si faranno in appello. Bisogna ancora tornare a un discorso a monte sulla improcedibilita’ e poi parlare. Semmai – ha sostenuto il procuratore di Catanzaro – maggiori controlli, semmai dedicare piu’ ispettori sul lavoro ai fini della sicurezza, semmai investire di piu’ sulla prevenzione. Inasprire o meno le pene cambia poco, scrivere un anno in piu’, un anno in meno serve a ben poco. Non e’ un deterrente per chi controlla appalti, sub appalti, nolo a freddo, nolo a caldo, prestazioni d’opera gestendo decine o centinaia di operai: sapete quanto si preoccupa di una condanna che sa che gli rimarra’ sulla carta. Per fare prevenzione – ha quindi aggiunto Gratteri – ci vogliono soldi. bisogna investire sulla prevenzione, sul lavoro e sui contratti”. All’incontro anche il segretario della Cgil Maurizio Landini che ha affrontato diverse tematiche tra le quali il reddito di cittadinanza che secondo il sindacalaista. “Da una parte va confermato e migliorato, dall’altra c’e’ bisogno di una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali e anche dei Centri per l’impiego”.

    “La nostra posizione – ha sostenuto Landini – e’ molto precisa. Noi pensiamo che la poverta’ c’e’, anzi e’ aumentata con questa pandemia e che quindi uno strumento che sia in grado di contrastare e combattere la poverta’ serve, e credo che qualsiasi paese civile e democratico ce l’ha. In questo senso bisogna sicuramente migliorare quello strumento, quindi – ha aggiunto – si tratta di andare a fare un’analisi dettagliata su come e’ stato utilizzato, a chi e’ andato e in che forma e’ fatto, anche perche’ in molti casi, se andiamo a vedere le ragioni della poverta’, non e’ solo una questione di reddito, in alcuni casi e’ anche una questione di servizi. Quindi c’e’ anche un problema del ruolo che in questa direzione possono giocare le amministrazioni e i servizi sul territorio. Dall’altra parte – ha rilevato il segretario della Cgil – cio’ che non ha funzionato e’ quello strano connubio, che fin dall’inizio abbiamo criticato, per cui si era collegato il reddito di cittadinanza alle politiche attive del lavoro. Sono due cose diverse tra loro, e quindi pensiamo che da un lato va confermato e migliorato il reddito di cittadinanza non certo va cancellato, dall’altra parte c’e’ bisogno di una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali e anche dei Centri per l’impiego per fare in modo che anche il nostro Paese sia un paese che – ha concluso Landini – incominci ad avere un sistema di collocamento e di rapporto tra lavoro e persone che sia particolarmente importante”.

    “Dev’essere chiaro a tutti che il lavoro non lo creano i Centri per l’impiego, il lavoro lo si crea con gli investimenti, quindi il punto vero e’ come vengono utilizzate le risorse che da qui ai prossimi 5-6 anni il Paese ha a disposizione e puo’ spendere”.

    “E’ evidente che da qui a fine anno non si possa aprire la strada ad ulteriori tagli occupazionali”. A dirlo e’ stato il segretario della Cgil, Maurizio Landini, parlando con i giornalisti. “Noi per fortuna – ha osservato Landini – siamo in una fase di ripresa. Anzi, credo sia grazie anche a cio’ che in questo anno e mezzo il lavoro ha fatto. Se oggi si puo’ sfruttare questa ripresa che c’e’, e’ grazie, io credo, anche ai protocolli e al contributo che i lavoratori e le lavoratrici hanno dato in questo anno e mezzo per uscire da questa pandemia. Pero’ il lavoro che si deve creare non puo’ essere un lavoro precario come sta avvenendo adesso con tanti contratti a termine di durata limitata. Quindi – ha proseguito il segretario della Cgil – c’e’ anche bisogno di assumere a tempo indeterminato e di incentivare sostanzialmente questa situazione. Allo stesso tempo, al governo abbiamo chiesto di prorogare il blocco dei licenziamenti che scade il 31 ottobre, per tutti i servizi del commercio, del turismo e del tessile abbigliamento, proprio perche’, naturalmente, questa ripresa e’ importante, ma non sta riguardando tutti i settori nello stesso modo e siccome la riforma degli ammortizzatori sociali fino al prossimo anno non diventa operativa ma la dobbiamo fare, e’ evidente che da qui a fine anno non si possa aprire la strada ad ulteriori tagli occupazionali”.

    La ‘ndrangheta “non e’ un problema locale o territoriale, e’ una grande questione nazionale e, se vogliamo, anche europea, di qualita’ della nostra democrazia”, ha detto ancora Landini’. “L’iniziativa di oggi – ha sostenuto Landini – significa affermare la centralita’ del lavoro e del diritto al lavoro. La Cgil ha sempre messo al centro questo, e la vera lotta contro la mafia, la ‘ndrangheta, la malavita organizzata parte proprio dal fatto di garantire il diritto al lavoro delle persone come elemento di autonomia, liberta’ e anche di costruzione di un pensiero libero che non sia condizionato da altre cose. E’ chiaro che la Cgil e’ al fianco di chi si batte per la legalita’ in questo paese contro la malavita organizzata. Del resto – ha poi riferito il segretario della Cgil – credo che i nostri comportamenti siano molto chiari, compresa la scelta che abbiamo fatto di partecipare ed essere soggetti attivi anche dentro i processi, e ci e’ stato riconosciuto. Vorrei ricordare che far applicare la nostra Costituzione e dire che il lavoro e’ il fondamento della nostra democrazia significa che garantire questo diritto sia certo, e questa e’ la condizione per combattere la malavita organizzata”.

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