Il nuovo Conservatorio alla Stella è perfettamente collaudato dal punto di vista statico

Parla il dirigente del Patrimonio della Provincia, architetto Plastino: “L’agibilità è una pratica che va definita dopo che l’istituzione avrà ridisegnato gli spazi interni secondo le sue necessità didattiche”

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    Giungono notizie non molto positive per gli aspiranti musicisti catanzaresi. E, più in generale, per tutti coloro che confidano nel movimento studentesco – inteso nel senso proprio del termine, di studenti in movimento – per conferire più ossigeno a un centro storico in fame d’aria. Il Conservatorio “Tchaikovskij” che ha in consegna la nuova (e bellissima) sede nell’ala dell’Istituto Stella di proprietà provinciale non ha ancora aperto i corsi nella nuova struttura né si hanno notizie in proposito. Di più, le sale del Conservatorio sono desolatamente deserte. Questo dopo la solenne cerimonia di consegna delle chiavi, in favore di telecamere e con la benedizione della santa romana chiesa, del sindaco e presidente provinciale Sergio Abramo al direttore Pierfrancesco Pullia e al suo predecessore Filippo Arlia, docente e direttore dell’orchestra Filarmonica della Calabria.

    Per dire il vero dopo l’accesso del corpo docente, c’era stato un discreto via vai di personale e operatori tecnici per sistemare attrezzature e strumentazioni in vista di una prova generale d’orchestra che in effetti si è tenuta in una serata di mezza estate. Solo un sogno notturno, come nella commedia eufuistica del Bardo? Speriamo di no. Qualche dubbio l’ha espresso recentemente il consigliere comunale Enrico Consolante che ha riportato le preoccupazioni che gli sono state riportate da allievi e relative famiglie circa la non apertura dei corsi nella nuova sede che avrebbero dovuto ampliare l’offerta didattica dai corsi pre accademici del Tchaikovskij finora tenuti al Politeama agli accademici veri e propri. Così si era espresso chiaramente a metà marzo il maestro Arlia, prevedendo un afflusso in divenire di mille studenti e l’attivazione sollecita dell’intera offerta formativa dell’Istituto superiore. Senonché, tanto entusiasmo nella città capoluogo ha prodotto insofferenza nel Comune di Nocera Terinese che lo accolto fin dalla sua formazione, con rimostranze varie sfociate anche nell’avvertimento di possibili azioni legali. Da qui una sequela di interventi di politici e amministratori cittadini catanzaresi alla ricerca di una parola chiarificatrice sul destino del Conservatorio – Catanzaro era (è) l’unico capoluogo di Regione a non essere dotato di Conservatorio musicale – che ancora non è pervenuta. E non è stata per nulla illuminante l’unico intervento pubblico da parte dell’istituzione musicale che, minacciando azioni legali contro chi avesse osato mettere in dubbio serietà d’intenti e trasparenza di conduzione, ha quantomeno ottenuto l’effetto di stendere una coltre di silenzio sulla vicenda. Fino all’altro ieri. La notizia che si diffonde come il venticello del Barbiere rossiniano, seminando dubbi e coltivando incertezze, è che il Conservatorio non apre i corsi a Catanzaro perché la nuova sede non ha ancora ottenuto la certificazione di agibilità necessaria da parte delle autorità competenti.

    Per avere notizie attendibili ci siamo pertanto rivolti a che ne dovrebbe (ne sa) qualcosa in più: il dirigente responsabile del Patrimonio dell’Amministrazione provinciale di Catanzaro, proprietario del bene, architetto Gianmarco Plastino.

    “Al Conservatorio – ha ricordato l’architetto – è stato concluso un intervento di consolidamento strutturale, dotato di tutte le caratteristiche e di tutti gli elementi, quali il collaudo statico e le certificazioni degli impianti, necessari a conseguire l’agibilità. Questa è una pratica che viene attivata in base alle specifiche funzioni che l’immobile in esame deve ospitare. Rammento che quando l’Amministrazione provinciale ha consegnato lo stabile, lo ha consegnato con gli spazi che erano stati previsti per il previsto museo, che era la destinazione originaria dell’intervento, modificata successivamente con necessaria delibera del Consiglio provinciale. Da parte nostra l’appalto si era concluso con il collaudo, atto ultimo e portato a buon fine. Il Conservatorio ha da subito fatto sapere di volere e dovere procedere a una diversa distribuzione degli spazi interni del complesso. In base a questa nuova suddivisione interna si sarebbe successivamente dovuto procedere con la pratica di agibilità. In pratica il Conservatorio avrebbe dovuto proporre gli aggiustamenti, c’era stata una interlocuzione in proposito che al momento risulta sospesa. Da parte nostra avevamo proceduto anche individuando un tecnico che seguisse la pratica. A noi interessa che il bene sia salvaguardato e venga utilizzato”.

    Chiediamo all’architetto dirigente se il Conservatorio abbia proceduto nella richiesta. “Ritengo di no al momento, perché ne sarei stato informato – risponde Gianmarco Plastino -. La dirigenza del Conservatorio ci aveva manifestato la necessità di avere spazi molto più ridotti, perché l’ordinamento prevede anche lezioni individuali o di piccoli gruppi. In base alle loro esigenze funzionali, avrebbero proceduto con modifiche interne, naturalmente apportando modifiche anche alla distribuzione degli impianti. L’agibilità sarebbe arrivata di conseguenza. Occorre comunque considerare che da un punto di vista statico l’immobile è collaudato rispondendo a carichi in esercizio per destinazione museali, quindi superiori all’utilizzo scolastico o assimilato tale”.

    Ultima domanda. La palla, per così dire, è tutta tra i piedi del Conservatorio?
    “Non completamente, ovvio – ribatte prontamente l’architetto Plastino -. É chiaro che la proprietà dell’immobile è sempre della Provincia, permane una forma di collaborazione. I docenti e i dirigenti del Conservatorio avevano bisogno di rivedere la distribuzione degli ambienti, che avrebbero per altro realizzato con pannellature in cartongesso e con sistemi insonorizzati per come a loro funzionali, per cui anche questo aspetto incide probabilmente sui tempi di apertura. I lavori sarebbero stati a carico del Conservatorio, perché i fondi a nostra disposizione sono esauriti. Ripeto: noi abbiamo consegnato l’immobile che da un punto di vista strutturale e impiantistico è ineccepibile, abbiamo tutte le certificazioni del caso, con una adeguata suddivisione interna, una parallela dotazione di servizi. Il tutto andava poi affinato adeguando la distribuzione degli spazi alle specifiche esigenze del Conservatorio”.

     

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