Piano socio-sanitario, le associazioni del Terzo settore: “Ricercare professionalità calabresi”

Prioritario resta il superamento della fase commissariale

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    “E’ giunto il momento di lavorare a fondo per risollevare le sorti della nostra regione partendo dai bisogni prioritari e dall’organizzazione dei servizi essenziali. E’ per questo che non ci convince la ricerca spasmodica di dirigenti da “importare” in Calabria in cambio di lauti compensi. E’ notizia di questi giorni, infatti, che il Governatore appena eletto è impegnato nella difficile impresa di individuare professionalità idonee per una complicatissima gestione della sanità calabrese. Il tutto corredato dalla necessità di superare l’attuale commissariamento, inteso come sostituzione del commissario ad acta con  il nuovo Governatore, in un contesto di continuità che non lascia intravedere nulla di nuovo”. E’ quanto si afferma in una nota sottoscritta da 75 tra enti e associazioni calabresi del terzo settore.

    “Se è vero, infatti – è detto nella nota – che gli undici anni di commissariamento non hanno conseguito alcun risultato ma, semmai, hanno contribuito ad aggravare la situazione, è pur vero che occorra un radicale cambiamento e quindi una forte discontinuità rispetto ad un sistema assolutamente deficitario. Un sistema che ha prodotto un forte dimensionamento dei servizi, la negazione dei diritti fondamentali ed un insopportabile aumento dei costi. E, a fronte di un forte incremento della spesa, che azzera l’assistenza pubblica. Si paga molto per avere il peggio. In questo quadro allucinante si apre l’abituale e stucchevole dibattito fra i sostenitori di nuove figure da ricercarsi al di fuori della Calabria, e quelli che sostengono l’esistenza di adeguate professionalità all’interno delle strutture regionali”.

    “Noi siamo dell’avviso – riporta ancora la nota – che le professionalità vadano prioritariamente ricercate all’interno delle proprie strutture in una logica di riorganizzazione funzionale ed operativa, altrimenti non si capirebbe a che cosa possano servire i Dipartimenti e gli uffici, e che l’eventuale incentivo economico vada riconosciuto sotto forma di bonus, ma solo ad obiettivo raggiunto. Solo dopo, inoltre, si potrebbe rafforzare il tutto con figure prestigiose e di provata esperienza, a prescindere dai luoghi di provenienza.  In tal modo si potrà addivenire ad un percorso che miri a realizzare per la nostra regione, nel medio e breve termine, un piano socio-sanitario di reale capacità di tutela della salute”.

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