Charlie Hebdo intervista Nicola Gratteri: ecco la vignetta

Il procuratore di Catanzaro parla di Rinascita Scott e dei sui anni catanzaresi: "La 'Ndrangheta esiste perché i centri di potere usano la violenza"

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    La rivista francese Charlie Hebdo si occupa di Catanzaro e in particolare del suo Procuratore Nicola Gratteri. Il magazine francese che sei anni fa passò tragicamente alla storia per l’attentato terroristico filo islamico compiuto da un commando che irruppe in redazione a Parigi uccidendo oltre dieci persone, dedica all’alto magistrato una intervista, pubblicata sul numero 1530 del 17 novembre, e una vignetta.

    La prima parte dell’intervista è disponibile online. Gratteri racconta la Calabria e parla dei suoi anni catanzaresi.

    La mafia è ovunque in Calabria – ma quando mi sono insediato al tribunale di Catanzaro nel 2016, ho visto che c’erano molte inchieste senza esito sulle famiglie mafiose della provincia di Vibo Valentia, ho riordinato tutto. Poi sono andato a Roma, perché un importante mafioso che era in carcere, Andrea Mantella, voleva vedermi. Prima abbiamo parlato degli otto omicidi che aveva commesso, e poi del resto. Tutto è iniziato così. All’inizio c’era solo un piccolo gruppo, poi 200 uomini hanno lavorato a queste indagini, e questo ha portato agli arresti del 19 dicembre 2019”.

    Gratteri parla poi proprio degli ultimi arresti, ovvero di Rinascita Scott: “Abbiamo arrestato quasi 340 persone, e tra loro ci sono circa 25 colletti bianchi: avvocati, membri delle forze dell’ordine, funzionari del ministero della Giustizia… Se la ‘Ndrangheta esiste è anche perché i centri e il potere amministrativo usano la violenza, le minacce e la paura“.

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