Cesare e il suono della fisarmonica. La musica ‘batte’ le demenze

Al Centro Ra.Gi. di Elena Sodano. Il 20 dicembre ci sarà uno spettacolo che riserva sorprese. E le note compiono piccoli miracoli

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    Cesare agguanta la sua fisarmonica. Gli occhi ridono ed è magia. Piccole magie. Cosa conta se ha una demenza mista. Cesare, canta, suona e va veloce.

    Si prepara, nelle stanze del Cento Demenze Ra Gi onlus, per lo spettacolo di giorno 20. Quando suonerà il suo repertorio napoletano davanti ad un pubblico pronto ad ascoltarlo.

    Lo spettacolo si chamerà ‘Note imperfette’. Ma cosa importa la perfezione. I suoi occhi brillano. La fisarmonica va che è una bellezza. Come quando la suonava da giovane sotto i balconi delle ragazze che gli piacevano.

    Viale Magna Grecia di Catanzaro, nelle sale colorate del Centro Ra Gi per la cura delle demenze il profumo del panettone. Lo stanno preparando gli ospiti del centro diurno insieme ai tanti operatori sanitari. L’atmosfera è natalizia

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    In un’altra stanza Cesare accompagnato dal maestro di musica Vitaliano Alfieri e dagli operatori sanitari si alternano, improvvisano intonano musica napoletana degli anni ’30 imparata per l’occasione, compie il miracolo della memoria che torna, come da un cassetto salta fuori perché stimolata da una passione.

    Lui che dimentica le cose successe poco prima, a causa della demenza. Non dimentica però una passione. Giorno 20 si esibirà nello spettacolo.
    ‘Una cosa – spiega Elena Sodano a capo del centro diurno e del progetto CasaPaese di Cicala – conta per il Centro Ra. Gi nel suo modo di affrontare le demenze.

    Dare alle persone non la parvenza, ma la certezza di essere ancora protagonisti della loro vita, che non sono certo finiti, che possono ancora nutrirsi di un applauso, di un apprezzamento, di un bravo, l’autostima come cura, come star bene, perché la terapia, quando io sto bene, quella per me è terapia, un bicchiere d’acqua può essere terapia, una cosa che mi fa star bene. Concretezza.

    Se noi riusciamo a una persona come il signor Cesare a farlo esibire davanti ad un pubblico e fare in modo che questo pubblico lo possa applaudire è fantastico per lui. La sua chimica del benessere, l’adrenalina, l’ossitocina, tutto quello che ci far star bene, gli durerà. E’ cura.

    E’ la sua stessa chimica, sono i suoi stessi recettori del benessere che noi abbiamo dentro che lo fanno stare bene, che tutti abbiamo. Quando guardiamo una cosa che ci piace non abbiamo bisogno della cellula farmacologica perché il benessere ci viene dalle emozioni’.

    Le emozioni hanno voce, e la voce di Cesare è un’emozione. Il suo talento, tutto ciò che gli ha portato benessere nella vita. ‘Quindi l’idea dello spettacolo, dopo che abbiamo saputo che il signor Cesare sapeva suonare la fisarmonica – continua Elena Sodano- la musica, il ballo liscio, la canzone napoletana hanno sempre accompagnato la sua vita in gioventù.

    Improvvisava le serenate quando ancora si facevano le serenate sotto ai balconi per le proprie innamorate, storie davvero d’altri tempi.

    ‘Con Cesare come per tutti gli ospiti cerchiamo di fare in modo i talenti possano uscire fuori, ricostruiamo i percorsi, perché questa malattia va a ritroso nella loro vita. Loro ricordano e vanno a captare tutti quei ricordi che sono appartenuti alla loro vita’. Quello che è poi la specialità del metodo Ra. Gi. La pazienza e il coraggio. E i numeri.

    ‘Riguardo al numero degli operatori, abbiamo quasi un rapporto uno ad uno, laddove secondo i parametri della Regione Calabria io dovrei mettere un operatore sanitario per ogni persona. Come si può? Per noi queste persone sono relazione, sono curiosità, sono vita che pulsa nonostante la malattia.

    Ognuno di loro ha un progetto di vita. Quella vita che, vuoi per i figli, vuoi per gli impegni familiari, vuoi per il lavoro, di solito si mette da parte. Ma la passione di ognuno di noi è la cosa che conta di più. I figli e la moglie di Cesare ci hanno portato questa fisarmonica, che è stata la compagna musicale della sua vita.

    Lui all’inizio animava le persone e i nostri ospiti. Ricordava canzoni d’altri tempi. Le ha riprese immediatamente.
    Abbiamo deciso di fare quindi spettacolo per le famiglie grazie al grande cuore, va sottolineato, del maestro di musica Vitaliano Alfieri che ogni venerdì dona gratuitamente delle ore del suo tempo per provare un piccolo repertorio. Repertorio composto da canzoni che Cesare conosce. Ognuno di noi ha imparato delle canzoni per cantare con lui. Ed è una magia.

    Questo spettacolo lo abbiamo chiamato ‘Note imperfette’. Vediamo cosa succede. Cesare va a orecchio. Questa è la magia. A volte noi stiamo suonando una canzone e lui ne fa un’altra. Ma noi ci accordiamo a lui. Siamo noi che ci plasmiamo a lui’.

    Una realtà, quella del Centro diurno Ra Gi di Catanzaro e del progetto CasaPaese di Cicala che continua a far puntare i riflettori anche nazionali su un’esperienza di cura sui generis.

    ‘Chiamateci gli anarchici della cura, chiamateci come volete, sorride Elena Sodano. E anche gli ospiti del centro sorridono.

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