Nuovo Sindacato Carabinieri, numeri in crescita

Il bilancio del segretario generale provinciale Fabio Riccio

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    “Non possiamo che essere estremamente soddisfatti per quest’altro tassello inserito nel puzzle del nostro dinamismo sindacale per la prima visita del Sindacato al Gruppo Carabinieri di Lamezia Terme, Stazione di Lamezia Scalo”.

    Lo dichiara Fabio Riccio, Segretario Generale Provinciale del Nuovo Sindacato Carabinieri di Catanzaro, a seguito della visita nella Caserma di Lamezia Terme Scalo dell’Nsc. “La nostra delegazione della Segreteria Provinciale, era composta, oltre che dal sottoscritto, – dice Riccio – dal responsabile per il gruppo lametino Francesco Leone e dal Segretario Provinciale Emanuele Raia, la quale è stata accolta dal Comandante del Gruppo, il Ten. Colonnello Sergio Molinari, è dal Comandante di Stazione, il Maresciallo Capo Fabrizio Colosimo.

    L’Nsc ha interloquito con i responsabili dell’Amministrazione in modo costruttivo, mettendo al centro della discussione le finalità del Sindacato ed in particolare la tutela legale dei Carabinieri nonché una copertura assicurativa degli operatori esposti a rischi ogni giorno. Il riconoscimento della nostra Organizzazione Sindacale da parte dell’Amministrazione non può che mettere in evidenza – continua il Segretario Generale Fabio Riccio – che la mole di lavoro messo in campo dalla nostra Segreteria è caratterizzata da un mix di elementi come serietà, perseveranza e umiltà che diventano attrattivi per tutti i colleghi Carabinieri”.

    “Il nostro lavoro certosino e quotidiano, sotto lo slogan “Duri… Ma corretti! (preso “in prestito” da colleghi sindacalisti della Polizia di Stato), ha fatto la differenza sul territorio facendoci diventare una realtà sul territorio nazionale, soprattutto se si tiene conto che solo un anno fa eravamo all’anno zero su tutto. Zero iscritti, zero esperienza, zero attività. In solo un anno – conclude Riccio – sempre più colleghi stanno aderendo alla nostra Organizzazione Sindacale, preferendoci ad altre sigle ma soprattutto ad una “rappresentanza militare” vecchia ed obsoleta da rottamare”.

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