Omicidio Occhionorelli, avvocato Savastano: “Per mastroroberto il fatto non sussiste”

La replica dell'avvocato

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    Riceviamo e pubblichiamo la richiesta di rettifica per articolo “Morte Occhionorelli, assolti quattro medici del Policlinico di Catanzaro – Le parti civili erano difesi dagli avvocati Antonio Lomonaco e Arturo Bova”.

    Nell’interesse del Prof. Pasquale Mastroroberto che, espressamente mi incarica, di esporre e diffidare per quanto appresso. Nella Sua testata giornalistica di ieri è stata affrontata la notizia dell’epilogo della vicenda giudiziaria che ha visto imputato il mio assistito, Prof. Pasquale MASTROROBERTO. Nel corpo del testo è apparsa come motivazione dell’assoluzione “…perché, come recita lo stesso comma, “manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste”. L’articolo così come redatto lascerebbe intendere che il Prof. MASTROROBERTO sia sfuggito ad un accertamento della verità rifugiandosi nell’alveo delle scusanti processuali della mancanza di prove.

    Tale lettura, non solo non corrisponde al vero, bensì sminuisce il lavoro fatto affinché, invece, fosse portata alla luce la verità dei fatti che lo hanno visto imputato. Occorre, infatti, precisare che il Prof. MASTROROBERTO ha fatto di tutto perché la sua posizione fosse posta al vaglio più critico ed affinché fosse offerta una lettura dei fatti terza ed avulsa da ogni considerazione di parte. Per fare questo è stato necessario fare esplicita richiesta affinché, nel pieno contraddittorio delle parti, il suo operato fosse posto al vaglio di un collegio tecnico composto da un cardiochirurgo ed un medico legale, nominati dal giudice.

    Il loro lungo e complesso studio della vicenda non ha lasciato dubbi circa il suo operato, che è emerso essere stato corretto, scrupoloso e nel pieno rispetto delle linee guida e della pratica clinico[1]assistenziale. Detto questo, non si comprende, invece, cosa abbia portato la SV a volersi congedare più semplicemente alienando la motivazione del dispositivo più importante e, cioè, “…perché il fatto non sussiste”.

    Certo di avere contribuito ad una informazione più giusta e più aderente alla realtà, e sperando di vedere definitivamente riconosciuta l’innocenza del mio assistito, porgo i miei più cordiali saluti.

    Avv. Salvatore Savastano

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