Di origini catanzaresi il professore che curerà Mustafà, il bambino siriano senza arti

"Il caso di Mustafà è molto complesso poiché il bambino ha quattro disabilità da recuperare"

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    E’ di origini catanzaresi ed è direttore tecnico anche del centro protesi Inail di Lamezia Terme, il professore Gregorio Teti – 50 anni – alla guida anche dell’area tecnica del Centro protesi di Vigorso di Budrio – che curerà Mustafà, il bimbo siriano di 6 anni senza arti immortalato insieme al padre (anch’egli invalido) protagonista del famoso scatto «Hardship of Life» premiato dal Siena International Photo Awards.

    La vicenda di Mustafà e di suo padre è ormai molto nota e con un forte valore tristemente simbolico.

    Padre e figlio sono stati accolti nei giorni scorsi in Italia, il bimbo è nato senza braccia e senza gambe a causa di un attacco chimico nel corso nella gravidanza di sua madre, e il papà, 35 anni, ha invece perso una gamba in seguito a un bombardamento.

    Sono stati accolti dallo staff dell’ingegnere Teti e dal Centro Protesi di Vigorso di Budrio, che subito ha dato la sua disponibilità a prendersi cura di entrambi.

    “Il caso di Mustafa – ha spiegato Teti – è molto complesso poiché ha quattro disabilità da recuperare. Il bambino nasce con un suo mondo quindi bisogna cercare di fargli capire, con il gioco, che le protesi potranno aiutarlo nelle attività quotidiane. Lavoreremo prima sugli arti superiori e poi successivamente in sequenza su quelli inferiori”.

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