I silenzi di Pertini, il mal di piedi della signora Franca, il volto di pietra di Ciampi, senza pass e smartphone da Mattarella

"Ora attendiamo che anche il futuro inquilino del Quirinale inserisca la Città di Catanzaro e la Calabria nella sua agenda di viaggi in Italia"

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    di SERGIO DRAGONE

    “Scusi signore, dove ci troviamo?”. Sono le 10,40 di lunedì 5 febbraio del 2001. Dall’autoblu del Presidente della Repubblica, arrivata puntualissima nel cortile di Palazzo De Nobili, scende la signora Franca Ciampi e con grande garbo mi chiede un piccolo aiuto. “Ho un terribile male ai piedi, c’è modo di evitare quelle scale?”. Problema risolto al volo. Mentre il Capo dello Stato sale lo scalone di rappresentanza assieme al sindaco, la signora Franca raggiunge l’ascensore posteriore e approda nell’aula consiliare dove, tra l’incredulità di tutti, prende posto assieme ai consiglieri comunali.

    E’ uno dei tanti ricordi che mi affiorano alla mente legati alle visite a Catanzaro dei Presidenti della Repubblica, dal 1980 ai giorni nostri.

    Li ho visti da vicino.  Da giornalista delle istituzioni in giornate storiche e indimenticabili. Sandro Pertini, due volte Carlo Azelio Ciampi, Francesco Cossiga di straforo, Sergio Mattarella.

    La mia “frequentazione” con i Capi dello Stato comincia nel 1982. E’ un freddo martedì 2 marzo. A Catanzaro, a più di metà del suo settennato, arriva Sandro Pertini, il Presidente con l’inseparabile pipa, sull’onda di una popolarità senza precedenti. La sua visita in Calabria è attesa con trepidazione. Tutto si svolge in piazza Prefettura. Prima nel Palazzo di Governo, dove Pertini incontra i vescovi della Calabria e tutte le autorità istituzionali, poi su un palco allestito a ridosso della Basilica. Confesso la mia grandissima emozione. Per un giovane socialista, incrociare seppure per un attimo il grande partigiano, l’integerrimo antifascista, l’uomo che si era rifiutato di chiedere la grazia a Mussolini, era davvero qualcosa di speciale. Il Presidente più amato dagli italiani è accolto da due ali di folla. Indossa un cappotto grigio scuro e un paio di guanti. La gente che si era raccolta nella piazza si aspetta un discorso, uno di quei memorabili discorsi di Pertini, come quello indimenticabile di insediamento alla Camere (“si svuotino gli arsenali, si riempiano i granai”). Invece, complice un rigidissimo protocollo, nessun discorso, solo ampi gesti di saluto che non attuano la delusione dei catanzaresi. Ma quella piccola ombra non cancella l’emozione di una giornata storica per Catanzaro e la Calabria.

    Salto la visita strettamente privata del Presidente Cossiga a Copanello nel giugno del 1988, in occasione di un congresso internazionale di diritto romano.

    Carlo Azelio Ciampi, come detto, arriva due volte a Catanzaro. La prima il 13 settembre del 2001 in una circostanza tragica. Appena tre giorni prima, il camping Le Giare viene spazzato via dalla furia delle acque e tredici cittadini catanzaresi perdono la vita. Quell’evento scuote e commuove l’intero Paese. Il Capo dello Stato vuole essere presente ai solenni funerali delle vittime, celebrati nel primo pomeriggio in un Duomo dominato da un silenzio spettrale. Non dimenticherò mai il volto di pietra del Presidente davanti alle bare allineate davanti all’altare, il suo composto e commosso saluto ai familiari delle persone scomparse.

    Ciampi torna a Catanzaro quattro mesi dopo, ma in un clima totalmente diverso, di grande festa ed entusiasmo. E’ una domenica di sole, il 4 febbraio. Ho già raccontato del suo arrivo al Comune, ma il ricordo più intenso è la sua visita al cantiere del Teatro Politeama che sarà poi inaugurato l’anno successivo. C’è anche Paolo Portoghesi, il grande architetto che ha progettato la straordinaria opera. Il Presidente trova anche il modo di visitare il Complesso Monumentale del San Giovanni: dalla torretta scorge con lo sguardo la vallata della Fiumarella fino al mare. Elegantissimo, garbato e sorridente, si lascia avvicinare da centinaia di persone anche in piazza Prefettura e all’istituto agrario. Una giornata assolutamente storica.

    L’ultimo “incontro” con un Presidente della Repubblica è un po’ buffo ed è legato alla visita di Sergio Mattarella il 29 gennaio 2016 in occasione dell’inaugurazione della Cittadella Regionale. La maledetta fretta. Sono le 14 e arrivo con 10 minuti di ritardo all’appuntamento con il sindaco. Ho con me le copie del discorso ufficiale che fino a qualche ora prima avevamo rivisto. Salto come una furia sull’auto del primo cittadino e quando siamo ormai lanciati a tutta velocità verso Germaneto mi accorgo di avere lasciato nella mia macchina i documenti e il telefonino. Non c’è tempo per tornare indietro e cominciano per me tre ore di autentica sofferenza e panico. Che mi fanno capire che ormai i telefonini sono diventati non semplici strumenti di comunicazione, ma veri e propri “organi” del nostro corpo. Mi sono sentito disarmato e smarrito, senza contare la preoccupazione di non potere accedere alla sala dove sarebbe arrivato il Presidente. Tutto sommato quel piccolo psicodramma si è dissolto. Ho superato agevolmente la rete di sicurezza, per la verità grazie alla notorietà del sindaco, ed ho potuto assistere da vicino all’arrivo di Sergio Mattarella, sorridente, le spalle leggermente incurvate, la chioma bianca e i suoi occhi azzurri.

    Giornate tutte indimenticabili. Ora attendiamo che anche il futuro inquilino del Quirinale inserisca la Città di Catanzaro e la Calabria nella sua agenda di viaggi in Italia. Lo aspettiamo.

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