Reti al servizio. Pace, diritti e partecipazione, ultimo incontro in classe foto

Progetto realizzato con la collaborazione di Pietro Marino, presidente dell’associazione “Vitambiente”

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    E’ stato l’ultimo incontro in classe, ma continuerà all’esterno per la presentazione degli elaborati degli studenti della I C, indirizzo economico-sociale dell’Istituto “De Nobili” di Catanzaro, coinvolti per dieci incontri nel programma di Servizio Civile “Reti al servizio. Pace, diritti e partecipazione” del CSV Lazio, al quale aderisce anche il Centro Servizi al Volontariato “Calabria Centro”. Al centro del programma il rispetto dell’ambiente, con attività di sensibilizzazione alle tematiche ad esso collegate che stimolano la partecipazione dei ragazzi, chiamati a riscoprirsi cittadini attivi e responsabili.

    Con la collaborazione di Pietro Marino, presidente dell’associazione “Vitambiente”, Giulia Menniti, referente per il progetto di Servizio Civile della sede di Catanzaro del CSV, affiancata dalle operatrici volontarie Nadia Cosoleto, Rossella Viscomi e Chiara Alfieri – e con la supervisione della docente di diritto Rita Lombardo, responsabile per l’istituto del progetto – ha quindi condotto i giovanissimi studenti  in una riflessione aperta alle molteplici possibilità che il prendere coscienza dell’essere abitante di una comunità comporta, a partire dalla salvaguardia e dalla valorizzazione dei beni comuni di cui ogni città, paese o frazione sono dotati. E’ così avvenuto che i ragazzi hanno cominciato a prestare attenzione ai luoghi abbandonati del proprio quartiere o borgo di appartenenza, ed a fare anche un passo in più, attraverso l’elaborazione di un progetto di riqualificazione e di restituzione alla comunità su base grafica, fotografica o semplicemente descrittiva. Molti di questi lavori, con l’impegno della scuola, del CSV e di “Vitambiente” – che nel nome riflette quella che è la sua “mission”, la tutela ambientale sempre e ovunque – saranno sottoposti all’attenzione degli enti comunali per divenire concretamente idee progettuali con chiari requisiti di fattibilità, e riassunti in una pubblicazione che avrà il suo momento pubblico di presentazione con il coinvolgimento di tutti i protagonisti. C’è chi, infatti, ha concentrato la propria attenzione sulla tutela dei parchi pubblici come luoghi di incontro intergenerazionale che meritano di essere tenuti in maniera dignitosa; chi non è più disposto a girarsi dall’altra parte dinanzi all’incuria ed al degrado in cui versano punti strategici e molto affollati della città, come la fermata della stazione del quartiere “Corvo” di Catanzaro; chi invece ha riscoperto luoghi che trasudano storia e bellezza e si impegna a strapparli dall’oblio restituendoli all’attenzione della collettività, come è avvenuto per il castello del quartiere Gagliano che potrebbe aprirsi a molteplici possibilità.

    Con il confronto continuo e l’apporto di persone competenti in materia, quello che inizialmente è apparso come un progetto uguale a tanti altri, ha invece conferito valore aggiunto al percorso scelto dagli studenti, che hanno potuto toccare con mano quanto solitamente studiato nelle ore dedicate al diritto ed all’educazione civica.

    E quanto detto dalla docente Lombardo, ha trovato poi man forte nelle parole di elogio del dirigente scolastico Angelo Gagliardi, che non ha voluto mancare all’incontro conclusivo del progetto di giovedì 24 marzo con gli studenti: “Laddove si parla di conoscenza dei diritti e di come tutelarli c’è sempre una crescita, che va ad avvalorare il vostro percorso di studio – ha affermato il dirigente – Il progetto portato avanti con il CSV vi ha arricchito come studenti e soprattutto come persone attente alle problematiche ambientali e non solo. L’approfondimento che avete dedicato anche all’attuale crisi in Ucraina, con il confronto “tra pari” e l’intervento appassionante della mediatrice culturale Oleksandra Pasyeka di alcuni giorni fa, rappresenta infatti una “best practice” che merita senz’altro di essere replicata negli anni futuri, anche in altre classi”.  E proprio per dar seguito al dibattito che, all’interno del progetto, è stato dedicato allo scoppio della guerra in Ucraina a causa dell’invasione russa, gli studenti sono stati chiamati nell’ultimo incontro anche ad approfondire la tematica del rispetto dei diritti umani che ogni guerra stravolge, ma non sempre allo stesso modo.

    Attraverso la distribuzione di due articoli, estratti dal Corriere della Sera e da Avvenire, i ragazzi hanno potuto apprendere che non tutti i profughi delle guerre hanno parità di trattamento: la gara di solidarietà che vede coinvolti i paesi della Nato nel prestare soccorso e accoglienza al popolo ucraino, infatti, non è pari al silenzio assordante che si rinviene al confine dimenticato tra Polonia e Bielorussia, che da tempo siriani, africani, afghani e curdi provano a valicare per raggiungere l’Europa, senza tuttavia riuscirci. Molti di loro, infatti, muoiono lì, accanto al filo spinato e in mezzo alla neve, altri vengono respinti, torturati e lasciati a perire di fame e di stenti. Nessun dubbio da parte degli studenti che esistano profughi di “serie A” e di “serie B”, e altrettanto sorprendenti sono state loro risposte: “Esistono interessi economici e politici più rilevanti nella guerra all’Ucraina”; “I profughi ucraini vogliono far ritorno al loro Paese rispetto agli altri, per questo vengono aiutati”, a testimonianza di una profondità di pensiero e di critica che viene sempre fuori, se sapientemente stimolata.

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