Monsignor Maniago presiede a Squillace la Messa del Crisma foto

La presentazione e la benedizione degli olii santi un "segno bello come un profumo che si sprigiona ogni volta che il Signore si dona a noi"

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    Celebrata nel pomeriggio del mercoledì santo, presso la Basilica “Santa Maria Assunta nella Concattedrale” di Squillace, la Santa Messa del Crisma presieduta, per la prima volta, dall’Arcivescovo Metropolita Claudio Maniago. Una celebrazione suggestiva nel corso della quale sono stati benedetti gli olii sacri, ovvero l’olio dei catecumeni, degli infermi e del Sacro Crisma.

    Presenti in gran numero i presbiteri e i diaconi della chiesa diocesana e una larga rappresentanza di religiosi, religiose e fedeli laici. I presbiteri hanno rinnovato le promesse sacerdotali, segno e adesione concreta all’invito rivolto dall’Arcivescovo: “Cari sacerdoti, è il vostro giorno, il giorno della comunione con il Vescovo, tra di voi e tra il Vescovo e ciascuno di voi. Quelli che viviamo non sono tempi facili, pere nessuno, nemmeno per noi: siamo dentro questa storia, la storia delle nostre comunità, la storia dei nostri fratelli. Non sono facili non solo per le difficoltà esterne (le forze, i mezzi, i numeri), ma anche per il bisogno che abbiamo anche noi di senso, di motivazioni ravvivate, di gioia e di contentezza per quello che viviamo e per quello che siamo, oggi, in questi tempi. Credo che per questo abbiamo bisogno di vivere ancora più profondamente la nostra fraternità in Gesù, nel dono del sacerdozio che è già dato, nel ministero nel quale ci ha chiamati. Egli è il centro di tutto questo, la radice e la vita di noi stessi; Egli rinnova sempre il dono a cui è fedele, fino alla fine! Vorrei che le parole delle Scritture e le mie pronunciate da povero strumento quale sono, dessero a ciascuno di noi gioia, bellezza, serenità, impegno di cui abbiamo grande bisogno!”.

    Monsignor Maniago, riferendosi alla presentazione e alla benedizione degli olii santi, ne ha sottolineato la peculiarità di “segno bello come un profumo che si sprigiona ogni volta che il Signore si dona a noi, che riempie tutta la casa e le dà respiro, forza, sostiene la nostra umanità, ognuno di noi nel suo donarsi: sostiene la nostra umanità anche nelle sue infermità e nelle sue fragilità”. L’Arcivescovo, citando le parole di Papa Francesco, ha infine posto l’accento sul senso della celebrazione la quale “ci fa sentire un’unica famiglia intorno a un unico altare che ci fa riscoprire il piacere spirituale di essere popolo”.
    La Chiesa Diocesana si appresta, ora, a vivere il Triduo Pasquale che verrà vissuto dalle comunità parrocchiali secondo riti e tradizioni che quest’anno riprenderanno a svolgersi con cautela.

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