Bruni: “A me piacerebbe che le sue idee continuassero a camminare sulle gambe di tutti noi”

Il consigliere regionale: "Non è solo un anniversario"

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    “A trent’anni di distanza, il ricordo della strage di Capaci non è solo un anniversario più importante degli altri che si ripetono a volte con una certa stanchezza, ogni dodici mesi. Deve essere un motivo  per riflettere con la massima attenzione su quanto accadde il 23 maggio 1992 nei pressi dello svincolo autostradale di Capaci, per cercare di capire meglio, trovando qualche risposta in più. Ad esempio su tutte le responsabilità precise della mafia per quell’attentato, che ha inciso in maniera così profonda sulla storia dell’Italia repubblicana; ma anche su eventuali responsabilità dello Stato, della politica, della magistratura, sul clima di quegli anni, sugli eventi che hanno preceduto e seguìto la strage in cui morirono Giovanni Falcone sua moglie Francesca Morvillo e i tre poliziotti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. La mafia fece esplodere la bomba”.

    E’ quanto afferma in una nota il consigliere regionale Amalia Bruni: “Come i neofascisti furono gli autori degli attentati che hanno provocato morti, dolori e hanno insanguinato l’Italia tra il 1969 e il 1974, da piazza Fontana a piazza della Loggia, e Aldo Moro fu sequestrato e ucciso dalle Brigate rosse. Ma non sappiamo ancora tutto, ci sono da chiarire molti aspetti collaterali, sugli ambienti e sui movimenti che ruotarono attorno a quelle responsabilità e che cosa rese possibile quei delitti, quali complicità ci furono prima e quali coperture si misero in atto dopo, e per conto di chi. Sia per la strage di Capaci ma ancor di più per quella di via D’Amelio, che appena due mesi dopo massacrò l’esistenza di Paolo Borsellino insieme ai cinque agenti della sua scorta”.

    “Di e su Giovanni Falcone – conclude –  si è scritto tanto e tanto si continuerà a scrivere, a me piace ricordare in particolare una sua frase che in tutti questi anni ho sempre tenuto ben presente: “Gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. Ecco io vorrei che le sue idee e le sue tensioni morali continuassero a camminare sulle gambe di tutti noi”.

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