Su Fondazione Betania il nodo dei crediti arretrati e della voltura degli accreditamenti

Ritardi lungo il risanamento da completare nella New Company Karol-Betania srl. Le preoccupazioni del personale per lo slittamento dei tempi burocratici

Più informazioni su

    Il nodo di Fondazione Betania torna a stringersi intorno alla preoccupante situazione finanziaria della Onlus, alla stabilità economica dei circa 400 dipendenti e delle loro famiglie. I sindacati, come riportato in altra parte del giornale, premono sulle parti in causa e sulle istituzioni, in primo luogo la Prefettura, affinché si acceleri nel piano di salvataggio pur individuato ma che stenta a trovare uno sbocco celere e positivo. Sindacati e management dialogano da tempo, condividendo l’ultimo tratto del percorso tracciato ormai da diversi mesi e di cui diremo più in dettaglio, ma difronte ai ritardi concomitanti dell’iter burocratico intrapreso e dei pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche debitrici, le Funzioni pubbliche di Cgil Cisl e Uil hanno dichiarato lo stato di agitazione del personale prevedendo due giornate di sciopero per il 13 e il 19 luglio.
    Le difficoltà finanziarie di Fondazione Betania, operante ormai da più di 80 anni oltre che nella struttura principale di Catanzaro in altre 16 realtà terapeutiche e assistenziali nelle province ci Catanzaro e Vibo Valentia, in verità non originano soltanto dai ritardi consolidati di erogazione finanziaria da parte delle Pubbliche Amministrazioni titolari delle convenzioni per i servizi resi, con il conseguente ricorso all’indebitamento bancario, ma anche dalla persistenza di crediti incagliati verso le Aziende sanitarie provinciali, la Regione Calabria e i Comuni capofila degli Ambiti sociali. Ciò si traduce, per quanto riguarda le aspettative non soddisfatte dei dipendenti, apprendiamo dalla nota sindacale, nel “perpetrarsi dei ritardi nell’erogazione degli stipendi mensili; i lavoratori sono creditori delle spettanti mensili di marzo-aprile 2019, tredicesima 2020, febbraio-marzo-aprile 2021, tredicesima 2021 e maggio 2022. A tali crediti sono da aggiungere gli arretrati di indennità contrattuali (Rol) per gli ex-contrattualizzati Anaste e Aris”.

    Nel 2021 la Onlus aveva avviato, e portato avanti fino a uno stato avanzato, una trattativa con uno dei maggiori gruppi privati della sanità italiana, Giomi della famiglia Miraglia basata a Roma ma diffusa soprattutto a sud ella Capitale, già presente a Reggio Calabria, forte di oltre 3500 dipendenti distribuiti in 9 ospedali, 16 Rsa, 3 Centri dialisi. La trattativa aveva portato a un accordo preliminare per un fitto o una cessione di ramo d’azienda, concluso però con un nulla di fatto dopo la valutazione negativa da parte della Conferenza episcopale calabra (intervenuta nella valutazione delle sorti di Betania dopo le dimissioni di monsignor Bertolone) e del nuovo arcivescovo di Catanzaro mons. Maniago circa l’ipotesi di perdita dell’identità storica di Fondazione Betania conseguente all’accordo, nella considerazione che la Onlus dal 1944 ha svolto un ruolo identitario nell’ambito della città di Catanzaro e della sua diocesi.

    Il nuovo management della Fondazione, con a capo il presidente del Cda padre Piero Puglisi, ha quindi ricercato altre strade, compreso quella che è stata riconosciuta come la più valida e percorribile, ovvero l’ipotesi di ricapitalizzazione attraverso l’accordo con la società palermitana Karol, accreditata nell’ambiente ecclesiale siciliano e nazionale come si evince anche dall’esplicito richiamo alla pastorale del Santo padre Giovanni Paolo II.

    L’accordo di marzo tra i presidenti Puglisi di Betania e Marco Zummo di Karol prevede l’avvio di una new-company costituita in modo paritario tra Fondazione Betania e Karol (la New Company Karol-Betania srl) che assumerà in partenariato la gestione dei servizi sanitari e socio-assistenziali oggi curati da Betania, con formula di fitto di ramo d’azienda nella piena continuità della mission originaria della Onlus – così radicata nel modo ecclesiale calabrese – consentendo così anche con acquisizione di prestiti bancari nuovi il risanamento di Fondazione Betania attraverso un piano di ristrutturazione finanziaria. A tal fine è stato elaborato un nuovo Piano industriale che dovrebbe consentire alla new-Company di realizzare un immediato recupero di competitività dell’iniziativa economica. Ma la concessione del prestito principale da parte di Banca Etica passa attraverso il superamento di diversi step attendendo per essere concretizzata il nulla osta della Regione Calabria per la voltura degli accreditamenti e dei contratti alla new-company. Un processo che inizialmente si era previsto di terminare entro l’inizio dell’estate e che, diremmo inevitabilmente, si procrastinerà fino ad autunno inoltrato.
    Da qui lo stato di tensione che agita i 400 dipendenti che avevano salutato favorevolmente l’accordo anche dal punto di vista occupazionale, poiché tutti transiteranno nella new Company, pur con il ricorso ad ammortizzatori sociali, con il recupero all’atto dal passaggio di tutto l’arretrato retributivo. La burocrazia, a Palermo come a Catanzaro, non fa sconti: “uccide” anche d’estate.

    Più informazioni su