Pronto Soccorso sovraffollato, le precisazioni dei medici del reparto

"Gli operatori del pronto soccorso sono alle prese, quotidianamente, con una cronica carenza di personale, turni massacranti e, purtroppo, sempre più spesso con aggressioni verbali e a volte anche fisiche"

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    Riceviamo e pubblichiamo la nota dei medici del Pronto soccorso del Pugliese-Ciaccio in riferimento ad alcune  dichiarazioni sul pronto soccorso dell’azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio.

    Alcune dichiarazioni sul pronto soccorso dell’azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, apparse negli ultimi giorni sugli organi di informazione, meritano le necessarie precisazioni per una corretta informazione alla cittadinanza e, soprattutto, per amore della verità. Tralasciando le numerose inesattezze riportate da chi ha una visione soltanto parziale, il personale medico che opera all’interno del reparto fatica ad accettare le insinuazioni e gli insulti che in molti si sentono legittimati a proferire nel limbo virtuale dei social.

    Nella realtà concreta gli operatori del pronto soccorso sono alle prese, quotidianamente, con una cronica carenza di personale, turni massacranti e, purtroppo, sempre più spesso con aggressioni verbali e a volte anche fisiche. E se questo è il contesto di tutto l’anno, ed è così da parecchi anni a questa parte, veniamo all’attualità.

    Nel periodo estivo, complice l’incremento dei flussi turistici e una turnazione più ristretta per le ferie (i sanitari non hanno diritto come tutti gli altri lavoratori a una decina di giorni di riposo?), è fisiologico che l’unico pronto soccorso del Capoluogo di regione tenda a subire un sovraccarico, pur se gli operatori mantengano elevati gli standard di assistenza. Questo collo di bottiglia non è una novità del 2022, ma si ripresenta da più anni. Anzi, negli ultimi due è aggravato dalla ‘complicanza’ della presenza del Covid che, come si può ben notare, non è affatto sparito.

    Ma le ragioni strutturali di quello che in molti chiamano ‘lunghe attese’, che poi non significa che i pazienti non siano comunque presi in carico dal servizio sanitario regionale (e questo concetto in molti faticano a comprenderlo, pensando esclusivamente al momento delle dimissioni) è dovuto alle seguenti ragioni: il taglio di posti letto che l’ospedale di Catanzaro ha subito anni orsono e che quindi impedisce con celerità i ricoveri laddove necessari; un non trascurabile numero di accessi inappropriati che dovrebbero essere evitati da altri presidi territoriali. Ci dispiace dover smentire rappresentanti dei medici di medicina generale ma purtroppo i dati, non le opinioni, dicono che il filtro sul territorio è quasi del tutto assente con pazienti disorientati, anche per piccoli problemi, in particolare durante il fine settimana. Per non parlare di altre realtà pubbliche.

    Al pronto soccorso di Catanzaro non accedono soltanto pazienti della città o del comprensorio, ma anche da Soverato, Lamezia Terme, Crotone e Vibo Valentia. Tutte città che sulla carta avrebbero un pronto soccorso ma che evidentemente non riescono a soddisfare la domanda di assistenza, spingendo verso altri presidi (cioè verso il Pugliese). È una colpa o un merito degli operatori del pronto soccorso del Pugliese questi vengono accolti e ricevono cure? Eppure, si potrebbe obiettare che il nostro è un Hub di secondo livello e dunque dovrebbero arrivare soltanto i casi ‘più gravi’, o meglio quelli che non sono in grado di assistere gli ospedali di primo livello (gli spoke di cui sopra). Ebbene, nonostante tutto gli operatori del pronto soccorso dell’ospedale Pugliese, che giova precisare non percepiscono indennità aggiuntive o uno stipendio più alto rispetto ad altri colleghi di altri reparti con carichi di lavoro decisamente meno intensi, sono gli unici che danno risposte all’intera area centrale della Calabria.

    Lavorare a mani nude e in una specialità così complessa è stata una nostra scelta. Tuttavia, subire attacchi gratuiti in un momento così difficile per la sanità nazionale (non solo quella calabrese) non è tollerabile. Peraltro proprio questo clima, tutt’altro che disteso, comporta il danno di un numero crescente di operatori ad abbandonare il pronto soccorso e la beffa di personale da riformare  daccapo e concorsi sempre meno partecipati. Tranquilli, siamo come al solito al lavoro a correggere le storture provocate da altri.

    I medici del Pronto soccorso del Pugliese-Ciaccio

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