Donna deceduta dopo il fermo dell’ambulanza, indaga la Procura

I familiari vogliono capire se è stato perso del tempo prezioso, che avrebbe forse consentito di salvare la vita alla donna

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    La Procura di Catanzaro ha aperto un fascicolo per omicidio colposo in ambito sanitario, in questa fase a carico di ignoti, per la morte di una donna di 48 anni, A. M. P., nativa di Soverato, deceduta all’ospedale Annunziata di Cosenza il 15 luglio scorso, dove era arrivata al termine di un trasferimento estremamente travagliato dall’ospedale di Soverato.

    Secondo quanto denunciato dal sindacato Uil, infatti, l’autista dell’ambulanza che trasportava la paziente con una emorragia cerebrale in corso, avrebbe deciso di fermare il mezzo lungo statale 280 per una presunta anomalia agli ammortizzatori. Sarebbe così trascorso del tempo prezioso in attesa dell’arrivo di un’ambulanza sostitutiva, nonostante le rimostranze del medico a bordo che, consapevole del fatto che ciò avrebbe comportato l’ulteriore aggravamento delle condizioni della paziente, che poi è deceduta all’Annunziata nonostante il tentativo disperato dei sanitari di salvarle la vita.

    In seguito alla denuncia dei familiari della donna – rappresentati dagli avvocati Vittorio Ranieri e Felice Siciliano – sulla vicenda ora è chiamata a fare luce la Procura. Il fascicolo è stato assegnato al sostituto procuratore Saverio Sapia.
    Nella denuncia i legali hanno ripercorso la vicenda che si è conclusa con la morte della donna e che, secondo quanto ricostruito, sarebbe stata caratterizzata da una serie di decisioni che potrebbero avere determinato, per colpa medica, l’evento fatale.

    Portata al Pronto soccorso di Soverato il 13 giugno dopo due giorni di dolori pressoché insopportabili, la mattina successiva la donna veniva sottoposta a Tac che evidenziava un’emorragia cerebrale in corso.

    Alla luce delle gravi condizioni veniva disposto il trasferimento della paziente all’ospedale di Cosenza, senza richiedere l’intervento dell’elisoccorso, che avrebbe consentito di intervenire in tempi più rapidi. Dalle notizie in possesso dei familiari, oltretutto, l’ambulanza impiegata per il trasporto non era in uno stato ottimale.

    Secondo quanto si è appreso, nei pressi di Lamezia Terme, l’ambulanza partita da Soverato ha interrotto la propria corsa per volontà dell’autista, e la paziente è poi stata trasferita su un’altra ambulanza e ciò, inevitabilmente, ha ritardato ulteriormente i tempi di intervento, aggravando evidentemente le sue già critiche condizioni.
    Secondo quanto i familiari hanno poi appreso da una nota della Uil pubblicata sulla stampa, il responsabile del mezzo di soccorso avrebbe deciso “senza alcun preavviso di bloccare il mezzo per una presunta anomalia agli ammortizzatori. Bisogna dire che il mezzo era revisionato da poco ed aveva ottenuto dall’assistenza tutte le autorizzazioni del caso, inoltre la mattina, lo stesso mezzo aveva fatto già due soccorsi senza nessun problema”.

    “Il dottore a bordo del mezzo, allarmato dalle condizioni della paziente, – sottolineava la Uil – esorta l’autista a proseguire vista l’emergenza, ma nonostante le rimostranze del medico, decide di fermarsi, chiamare la centrale operativa di Catanzaro, che gli autorizza il trasbordo inviando immediatamente l’ambulanza delle Pet più vicina, quella di Tiriolo che come ovvio, arriverà nel tempo tecnico obbligato vista la distanza. Il trasbordo avviene nonostante le difficoltà e la gravità delle condizioni del paziente, mentre l’autista dell’ambulanza della PET di Montepaone Lido, rientra accompagnando il mezzo in assistenza. Risulterebbe anche l’intervento del responsabile dell’assistenza tecnica dei mezzi del 118 di Catanzaro, che, fatte le verifiche sul posto, acconsente all’operazione dando il suo benestare.

    Tutto potrebbe sembrare un imprevisto di routine, archiviabile come guasto tecnico, ma la paziente è deceduta nonostante o a causa del gran trambusto, chi può dirlo. Il dottore ha redatto una relazione dettagliata dalla quale si potrebbe estrapolare ogni utile elemento per giustificare la perdita di una giovane donna”. Dopo questo “contrattempo”, la paziente è arrivata al nosocomio di Cosenza nel tardo pomeriggio del 14 giugno, con un quadro clinico allarmante che si è aggravato in poco tempo, e poche ore dopo è deceduta.
    Diversi i dubbi sollevati dai legali dei familiari della donna, ad esempio sulla possibilità di problemi strutturali così importanti su una ambulanza revisionata da poco, sulla possibilità che un responsabile si accorgesse per tempo del difetto del mezzo, su come sia stato possibile che il mezzo avesse effettuato servizio per l’intera mattinata senza registrare problemi, su quali sono le verifiche effettuate dalla ditta che ha ricoverato in assistenza il mezzo dopo l’evento, se è stato confermato il problema agli ammortizzatori.

    I familiari vogliono capire se è stato perso del tempo prezioso, che avrebbe forse consentito di salvare la vita alla donna, e chiedono alla autorità giudiziaria il sequestro delle cartelle cliniche, il sequestro dell’ambulanza che ha trasportato la donna da Soverato fino a Lamezia Terme e l’accertamento delle condizioni del veicolo, l’audizione come testimoni dell’équipe medica presente al momento dei fatti e i sindacalisti della Uil che hanno denunciato la vicenda.

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