Il ricordo di Capaci e di via D’Amelio nel Giorno della legalità

Promosso a Catanzaro dal sindacato FSP Polizia di Stato l’incontro chiuso dall’intervento del sottosegretario Ferro

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    Il toccante dialogo tra Paolo (Borsellino) e Giovanni (Falcone) messo in scena da Salvatore Passafaro e Stefano Perricelli ha dato l’avvio all’incontro nella Sala concerti di Palazzo De Nobili promosso dal sindacato provinciale FSP per ricordare la strage di Capaci del 23 maggio 1992.

    Per meglio dire: il dialogo iniziale, immaginato nell’isola dell’Asinara dove i due magistrati vissero da esiliati per preparare in sicurezza il grande processo alla mafia, si è presto trasformato, dopo il fragoroso irrompere della prima esplosione, nel monologo di Borsellino scandito sul trascorrere precipitoso dei 55 giorni che separarono le due stragi, accomunate nella Giornata della legalità che si è celebrata oggi, a 32 anni dall’estate di sangue del 1992.

    Generico maggio 2024

    “Capaci di ricordare” è stato intitolato l’incontro – organizzato con la collaborazione di Fervicredo (Feriti e vittime della criminalità e del dovere) e della Voce della legalità – unendo un toponimo all’attitudine umana del ricordo, non sempre rispondente alla necessità e sempre bisognosa di rinnovati stimoli. E l’incontro, coordinato dal segretario nazionale FSP Giuseppe Brugnano, stimoli e suggestioni ne ha offerti parecchi, molti incentrati su testimonianze dirette di uomini e donne che hanno dimostrato di sapersi ispirare alla lezione di vita (e di morte) di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, di Francesca Morvillo e dei loro agenti di scorta: Vito SchifaniRocco Dicillo, Antonio Montinaro,  Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina e Claudio Traina. Alla manifestazione hanno presenziato gli studenti dell’Istituto di istruzione superiore Giovanna De Nobili. Nessuno di loro era nato in quell’anno terribile – ha ricordato Brugnano – e nemmeno erano nelle fantasie dei loro genitori.

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    Ma coloro che c’erano, ricordano benissimo cosa stessere facendo alla notizia delle due stragi. Lo ricorda bene il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, come riferiamo in latra pagine del giornale. Fiorita è intervenuto dopo Paolo Sirna, questore di Catanzaro, che ha mostrato i post it stampati dal suo barbiere di Sant’Agata di Militello, dove iniziò la sua carriera di dirigente della Polizia di Stato, con impressi l’effige dei magistrati e una frase di Falcone che unisce legalità a libertà: non esiste una senza l’altra.

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    Libertà dal giogo mafioso, della mafia siciliana e di tutte le mafie, anche la ’ndrangheta calabrese, come ha ricordato il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Marisa Manzini. Ma tanti gli interventi che hanno dato spessore alla commemorazione: Alessandra Accardo assistente della Squadra mobile di Napoli che in servizio ha subito violenza, Massimo Salsano vigile del fuoco coinvolto nella strage di via Palestro, Bruno Bartolo sindaco di San Luca, Simone Rizzuto coordinatore dell’associazione “La voce della legalità”, Claudio Morelli allenatore del Sambiase Calcio. E ancora: Giulia Anna Pucci presidente dell’associazione “La voce della Legalità”, Rocco Morelli segretario generale provinciale FSP, Antonio Montuoro consigliere regionale e poliziotto Maria Marasco sovrintendente in pensione vittima del dovere a Catanzaro e consigliere nazionale di Fervicredo. Le conclusioni sono state tratte da Wanda Ferro, sottosegretario di Stato agli Interni, sotto forma di dialogo con Franco Maccari vice presidente di Fsp Polizia di Stato. Dopo avere ricordato l’incontro a Napoli con Alessandra Accardo, Ferro ha esplorato le ragioni che inducono uomini e donne a combattere il male dopo averlo conosciuto, anche a sprezzo della vita. Di eroi c’è bisogno non tanto nell’attualità ma in funzione del ricordo, ha ragionato il sottosegretario, non dimenticando di citare lo sforzo che si sta compiendo per rafforzare i contingenti delle forze dell’ordine sul territorio.   

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