Mgff School in the city, gli studenti incontrano Gianvito Casadonte

A giugno si conoscerà il vincitore della rassegna con un evento conclusivo in presenza

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    «Mi stupisco e  mi emoziono ancora nel guardare il percorso fatto». Lo ha affermato Gianvito Casadonte, direttore artistico e ideatore del Magna Graecia film festival, dedicato alle opere prime e seconde, intervenendo questa  mattina all’ultimo incontro online con gli studenti degli istituti calabresi che partecipano alla rassegna School in the city 2021, il cui vincitore sarà reso noto a metà giugno probabilmente nel corso di un evento in presenza. Presentato da Antonio Capellupo, coordinatore del progetto – che ricordiamo è ideato da Casadonte insieme al fratello Alessandro, e promosso da Mibac e Miur nell’ambito del Piano nazionale Cinema per la scuola -, il pure sovrintendente del Teatro Politeama ha raccontato la sua formazione e i primissimi anni di attività che lo hanno portato ad ospitare nella nostra terra personaggi del calibro di Oliver Stone, Tim Roth, Abel Ferrara.

    «Ero affascinato dal mondo del cinema – ha raccontato -, ma non conoscevo cos’era fare cinema, non conoscevo le figure professionali che ci sono dietro. Ho avuto due grandi genitori che mi hanno lasciato fare andando a Roma. Non so se saprò fare altrettanto. Insieme a loro c’è stata la famiglia salesiana, don Angelo Santorsola e don Roberto Spataro – ha aggiunto -, che mi hanno fatto capire cosa volevo fare per davvero. Ho cominciato con qualche evento spot in Calabria, qualcosa con la TV, sono partito con le mie sole forze». Il percorso era tutt’altro che facile: «Quando dicevo di voler fare un festival del cinema, nessuno mi credeva – ha ammesso -. Ho iniziato a Soverato, l’ho fatto con un telo e delle sedie di plastica nell’anfiteatro vicino le giostre. Da lì è stata una cavalcata incredibile, un’avventura meravigliosa».

    Il sogno di portare nella sua terra qualcosa che in Calabria arrivava difficilmente, si tratti di film usciti solo “tecnicamente” al cinema – vale a dire privi di una concreta promozione e distribuzione, quindi visti poco -, o di chi il grande cinema lo fa, è stato la scintilla a tutto: «Ho voluto puntare su racconti diversi del nostro Paese». Oggi, a distanza di diciotto anni, l’obiettivo, ha anticipato Casadonte, è di allargare l’offerta alla cinematografia internazionale e al documentario: «E’ il passo successivo, ciò che vorrei fare, rendere il nostro territorio un luogo di talento, dove ci si incontra e si costruiscono progetti, non solo italiani».

    Sulle parole di elogio che Ettore Scola gli aveva riservato in occasione della finale del Festival del 2009 – di cui è stato mandato un video -, Gianvito Casadonte non ha nascosto l’orgoglio e la riconoscenza:  «Lui è stato la mia molla, la mia forza. Grazie a lui poi ci hanno creduto anche Mario Monicelli, Citto Maselli, Ugo Gregoretti, sembrava assurdo. Scola è stato un esempio. Mi ha aiutato nella mia terra». Del resto non ha mai nascosto, Casadonte, di ritenere che «la Calabria e il Sud Italia in generale, sono il motore del Paese dal punto di vista culturale. Da qui a qualche anno ci sarà molto da lavorare – ha detto -. Ho saputo che il ministro Franceschini ha appena fatto destinare 20 milioni di euro proprio per sostenere le attività culturali estive al sud. Non sono moltissimi, ma non sono neanche pochi».

    Sull’appello di Pierfrancesco Favino agli ultimi David, affinché si insegnino cinema e teatro a scuola fra le materie ordinarie – non al pomeriggio -, Casadonte ha aggiunto che «non è più così complicato, stiamo arrivando al punto che i ragazzi saranno formati sin dalle scuole medie  e superiori al linguaggio cinematografico e radiotelevisivo, è diventato necessario», ha detto sottolineando l’importanza anche di insegnanti formati in tal senso, su domanda della docente del Liceo Companella di Lamezia Terme, Simona De Raffele.

    «A coloro che vogliono fare il mio lavoro – è stato il consiglio di Casadonte prima dei saluti finali -, dico di studiare anche fuori, capire cosa si vuole fare. Se hanno voglia di conoscere il mondo, che lo facciano, ma che tornino, per arricchire la Calabria. L’antropologo Vito Teti dice che “ogni luogo contiene il mondo”, cercate il più possibile di amare questa terra».

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