Paradossi temporali ed economici nel nuovo bando per i grandi eventi calabresi contestati da Pegna e Gimigliano

I due promoter scrivono al Presidente Spirlì commentando non con favore il nuovo bando, ricordando le polemiche ancora in atto su quello 2020.

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    Ruggero Pegna, titolare della Show Net srl ed associato Assomusica, e Sergio Gimigliano, dell’Associazione Picanto ed associato i-Jazz, scrivono al Presidente Spirlì commentando non con favore il nuovo bando sui grandi eventi, ricordando le polemiche ancora in atto su quello 2020.

    Si parte da alcuni dati: «nel 2015 sono stati assegnati dalla Regione Calabria con bando pubblico 3.358.000 euro per 44 Eventi Culturali. Nel 2016, 5.480.000 euro per 80 Eventi Culturali. Nel triennio 2017/2019 la Regione ha sostenuto: 13 grandi Festival di valenza internazionale per 7.095.000 euro (fascia 1, con 200.000 euro annuali a festival), 86 eventi storicizzati di richiamo nazionale per 17.825.025 euro (70 dei quali triennali, fascia 2, con 110.000 euro a festival), 104 eventi di carattere regionale per 2.814.803 euro e 197 eventi innovativi per 3.628.341 euro (altre fasce). Cioè, ben 99 Festival/Eventi Storicizzati (di cui 13 di fascia 1) e 301 festival/eventi regionali, senza aggiungere le centinaia di iniziative sostenute con la Legge 13, da voi abolita per la parte di promozione mediante spettacoli, e altri milioni di euro per mostre, teatro, bande, orchestre, cinema, ecc. In pratica: solo 24.275.264 euro in 3 anni, pari ad oltre 8 milioni di euro all’anno per Festival/Grandi Eventi Storicizzati, incrementando un’Industria della Cultura e dello Spettacolo dal Vivo in Calabria di primissimo livello nazionale e internazionale, con migliaia di occupati, un indotto di centinaia di aziende di forniture e servizi, una ricaduta con valenze economiche, culturali, d’immagine, di promozione e molto altro! Un autentico investimento in “Produzione Culturale”».

    Con l’attuale amministrazione regionale il cambio di passo: «sono stati spesi circa 2 milioni di euro per 4 minuti di spot ancora non utilizzato (affidato senza alcun bando e, addirittura, con altri vari milioni da spendere qualora andasse in onda), cioè più o meno lo stesso importo messo a disposizione dal bando Grandi Eventi 2020, assegnato solo il 28 maggio 2021 e trasformato in una gigantesca farsa, oggetto di ricorsi al Tar e denunce in Procura, a causa di gravissime irregolarità e comportamenti fraudolenti, con graduatorie annullate e sparite, commissioni sciolte e, infine, composte da incompetenti di dipartimenti legati a protezione civile, ambiente, dissesti idrogeologici, ecc. Mentre ancora lei non ha risposto a tutte le accuse mosse ai fatti accaduti, peraltro alcuni riassunti anche in verbali della Commissione di Disciplina interna all’Ente, ha annunciato solennemente il finanziamento di Grandi Festival 2021 con 1.300.000 euro, per un massimo di 210.000 euro a Festival, ancora una volta senza aver dialogato con le realtà regionali e, come abbiamo percepito dal bando “lampo” pubblicato ieri (dopo solo 2 giorni di preinformazione), dimostrando ancora una volta scarsa conoscenza del settore e rispetto per i professionisti calabresi che vi operano».

    Per il 2021 la Regione emana un bando esigente ma di valenza semestrale per i grandi eventi

    Si lamenta che «con questo nuovo Avviso, affidato nuovamente ad un architetto del Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici, il numero è destinato ancora a ridursi. Sono numerosi, tra l’altro, i punti poco comprensibili, primo fra tutti l’abolizione tout court della storicità, distruggendo la storia stessa del settore, con una reiterata e mal celata volontà di offendere e attaccare i professionisti del comparto e il frutto di anni di sacrifici e lavoro. Poi, l’aver innalzato la quota di cofinanziamento non tiene per nulla conto della realtà calabrese, dove gli sponsor non esistono (elemosine a parte) e i biglietti si vendono in numero ridottissimo rispetto a qualsiasi altra regione. Addirittura, portando la quota di cofinanziamento per eventi a biglietti al 60% non si tiene neppure conto delle capienze al momento ridotte dalle misure anti Covid. Se per prendere i 210.000 euro di contributo bisogna rendicontare 525.000 euro di costi, come si possono vendere 315.000 euro di biglietti con capienze massime di 500 persone in un teatro o di 1000 all’aperto? Peraltro, l’aumentare di casi di variante del virus non lasciano immaginare ulteriori aperture dopo l’estate. Tra ciò che lascia perplessi c’è perfino l’apertura ad aziende nazionali e internazionali, con riferimento particolare a Paesi fuori dal campo euro, quindi Stati Uniti probabilmente, che, senza aver mai fatto qualcosa per la Calabria, potranno tranquillamente sottrarre fondi ai grandi Festival/Eventi calabresi, destinati ad una ulteriore riduzione».

    Altra contestazione e sulla modalità e tempi per pagamenti ritenuti «surreali, fissati al 31 dicembre 2021, come quelli per la realizzazione degli eventi. Come può un organizzatore saldare tutto in pochi giorni, magari avendo effettuato l’ultimo evento il 30 dicembre, con solo il 20% sul totale dei costi ricevuto in acconto dalla Regione (max 50% del contributo)?»

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