Uno scrittore catanzarese che fa i conti col suo passato in “La Terra senza”, film girato interamente a Catanzaro
Applausi al Comunale per la prima nazionale della pellicola interpretata da Carlo Greco
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Un film girato interamente a Catanzaro è una notizia non da poco, specie se a dirigerlo è un grande nome della cultura e dello spettacolo divenuto esordiente al cinema alla veneranda età di 77 anni. “La terra senza” è il film di Moni Ovadia proiettato ieri sera in anteprima nazionale al Comunale in occasione di un evento speciale alla presenza della produzione e di parte del cast artistico. Il più atteso e applaudito è stato il protagonista Carlo Greco, l’interprete perfetto per una storia che ha al centro il rapporto tormentato di uno scrittore con la sua città, che è proprio Catanzaro. Il ritorno a casa dopo tanti anni gli offrirà l’occasione per fare i conti con il proprio passato, con la sorella rimasta nella propria terra a custodire il doloroso legame con la famiglia, con un giovane nipote a cui affiderà il sogno di una ri-partenza che sa di riscatto. Sullo sfondo la malavita e l’eterna incompiutezza che rappresentano le abituali etichette del racconto della Calabria sul grande e piccolo schermo, ma a catturare le emozioni sono i conflitti tutti interiori dei personaggi ben interpretati anche da Donatella Finocchiaro e Aurelio D’Amore, oltre che da altri talenti locali.
“Ogni volta che vengo a Catanzaro mi emoziono, penso che l’attore debba scavare dentro di sè. come in una seduta psicanalitica”, commenta sul palco al termine della proiezione, un commosso Carlo Greco nel ringraziare il pubblico dei concittadini per l’accoglienza. “E’ un film fatto di sguardi, Moni Ovadia è un autore che va all’estremo. Per il protagonista andare via significa fermare il tempo, alla fine sceglierà la propria terra, malgrado tutto. Regalando ciò che più ha a cuore al giovane che vuole rincorrere i propri sogni. La terra senza è un titolo che può essere completato dal finale che ognuno di noi vorrà dare”. Un film che è stato, tanti anni fa, in primis una pièce teatrale prodotta dalla Fondazione Politeama e scritta da Anna Vinci che, nel prendere la parola, ha sottolineato l’importanza “dell’elemento femminile e della forza della donna. Per me sono più importanti i silenzi, in cui puoi comprendere davvero ogni significato. Penso che questa sia una terra senza possibilità di essere domata, ed essere indomiti è una delle cose più belle”.