Catanzaro e il quartiere Gagliano: ‘Qui dove nacque il nome Italia’ (CON FOTO) foto

Un viaggio tra le scoperte e il borgo da valorizzare con il paesologo Franco Arminio, l'archeologo Francesco Cuteri, Cambiavento e 'Gagliano nel tempo'. L'auspicio: 'Ora si faccia ricerca scientifica' 

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    di Laura Cimino

    Si chiama Petrusa. E’ una località immersa nel verde e nel silenzio, percorrendo in salita Gagliano, il più antico quartiere della città. Ma Petrusa non è un luogo qualunque. Qui, in un racconto in cui la leggenda si mescola alla storia, e le testimonianze sono quelle di Aristotele e di Antioco di Siracusa, il re Italo decise di diventare ‘stanziale’. Proprio qui, sopra le alture di Catanzaro, da cui si riesce a vedere con un solo sguardo lo Ionio ed il Tirreno, con molta probabilità nacque quindi il nome Italia.

    E’ la notizia più emozionante, è una storia che va approfondita, e che viene fuori da una camminata a Gagliano con l’archeologo Francesco Cuteri e, ospite speciale, lo scrittore, poeta, regista, paesologo Franco Arminio. Un viaggio insieme all’associazione ‘Gagliano nel tempo’ e al movimento ‘Cambiavento’. Partendo dai quei secoli così lontani per poi riscendere nel quartiere, le stradine del borgo antico, una piccola tappa alla Chiesa della Confraternita del Rosario, che risale al 1100, una passeggiata nella natura e nella storia di un gruppo di cittadini, non solo residenti nel quartiere di Gagliano, che vogliono riguardare le proprie radici così antiche, quindi preziose. Per finire la musica, gli abiti, i canti e la cucina tradizionale. L’accoglienza. E la poesia nelle parole di Franco Arminio. E pensieri sul Sud. ‘Per decenni – dice Arminio – tutto il Sud è stato abbandono, è stato speculazione, ogni cittadino del Sud ha rottamato. Ora qualcosa sta cambiando. C’è un nuovo sguardo che produce ‘riguardo’. Voglia di ‘riradicarsi’. In una mia poesia dico: ‘Prendi un angolo del tuo paese e fallo sacro’. Allora ognuno di noi è quel luogo, quella chiesa, quel mondo’.

    L’archeologo Cuteri riavvolge i nastri della storia. Lì sopra la Petrusa, ci sono i reperti degli antichissimi insediamenti rupestri. Le tombe ‘a grotticella’ non lasciano dubbi. Inequivocabilmente circoscrivono periodi storici. Valore di un’antichità che risale almeno al nono secolo avanti Cristo. ‘Le fonti parlano anche di sedici generazioni prima della guerra di Troia – spiega –  quindi siamo almeno al tredicesimo, quattordicesimo secolo avanti Cristo. In questi luoghi possiamo ipotizzare l’ intuizione di dare stanzialità a questi antichi popoli. Gli Enotri che diventano Itali. Un luogo di controllo importante. Le sovrapposizioni dei Brettii. Le presenze poi di età romana. Un’intuizione anche ‘di cuore’ che andrebbe a questo punto valorizzata con una ricerca sulle testimonianza che non si sono perse, molto c’è ancora ed è da recuperare’. L’archeologia, quindi, e poi il quartiere ‘borgo’.

    ‘La passeggiata con ‘Gagliano nel tempo’ e tutti quelli che hanno voluto partecipare – continua Cuteri – mi ha fatto venire in mente ‘i sissizi’, che si attribuiscono al re Italo. Erano i pasti comunitari, pasti consumati insieme, ognuno con il proprio contributo. Noi senza volerlo, un gruppo che assaggia insieme i prodotti della propria terra come ai tempi di re Italo, siamo ancora custodi di quella cultura. Vivere la natura, mangiare insieme come dono di accoglienza’.

    La circolarità del tempo ‘fermata’ dalla cultura. ‘Secondo me Gagliano e i quartieri di Catanzaro è bene che esprimano con irruenza i loro valori, di comunità attenta alle proprie tradizioni. Questo aspetto deve andare di pari passo alla parte scientifica. Una promozione seria della ricerca – dice Cuteri – una prima mappatura archeologica e anche con le ultime tecnologie cominciare a dare ancora più forma a queste strutture’.

    Una ricerca auspicata anche da Franco Arminio. ‘La Calabria ha un valore vero, l’abilità naturale all’accoglienza. Una gentilezza autentica, altrove devono fare dei corsi per impararla. Noi dobbiamo riscoprire queste nostre competenze’. Gli chiediamo quali siano le sue suggestioni. ‘Dobbiamo unire tradizione ed innovazione. Dobbiamo aprirci all’impensato. Fare cose mai fatte’. Idee che possono divenire progetti concreti. In una sorta di ‘università dell’arcaico, sempre nelle parole di Arminio (che intanto dai social lancia ‘da tutta Italia, venite in Calabria) si potrebbe fare una scuola con delle residenze formative’. Promuovere viaggi alla riscoperta di un territorio così pieno di suggestioni e di storia, anche semplicemente partendo da una pagina Facebook. Natura, storia, accoglienza, borghi e arte.

    ‘Non vogliamo restare una potenzialità’ dicono gli abitanti del quartiere con l’associazione ‘Gagliano nel tempo’ al termine di una giornata di cultura e di riscoperta.

    (le tombe a grotticella testimonianza risalente almeno al nono secolo avanti Cristo)

    (In un solo sguardo lo Ionio ed il Tirreno)

     

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