Catanzaro accoglie in trionfo il suo regista Alessandro Grande (video)

Dopo la vittoria del David di Donatello. Incontro al Comunale 

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    Carmen Loiacono

     

    Ha dovuto aspettare il David di Donatello per vedere la sua città accoglierlo in trionfo, Alessandro Grande.  Il giovane regista catanzarese che nell’ultima edizione dell’ambìto premio cinematografico si è aggiudicato la statuetta come Miglior cortometraggio per “Bismallah”, è stato infatti accolto con entusiasmo ieri sera al cineteatro Comunale, protagonista di un incontro interamente dedicato a lui e ai suoi ultimi 3 corti. Se il riconoscimento ottenuto a Roma è sicuramente molto gradito, è anche vero che della bravura di Grande avevamo infatti già avuto conferma proprio dai lavori precedenti: non a caso gli organizzatori della serata di ieri – il Comune di Catanzaro con la collaborazione della Calabria film commission – hanno tenuto che prima del corto dei David venissero proiettati anche “In my prison” e “Margerita”, due lavori che nonostante le proiezioni cittadine ai tempi, erano sconosciuti ai più al Comunale.  Non solo Bismallah, evviva Bismallah, insomma.
    La serata ha preso il via, manco a dirlo, con un video introduttivo della vittoria ai David e la presentazione di ciò che sarebbe successo di lì a poco: moderato da Domenico Iozzo, l’incontro è stato scandito dalle proiezioni dei 3 corti, introdotte e poi seguite dallo stesso  Grande. Le tre opere sono accomunate da un marchio ben chiaro, come sottolineato in sala, vale a dire un racconto diverso, uno sguardo tenero, un punto di vista altro rispetto a tematiche gravose: il sovraffollamento delle carceri di In my prison, l’integrazione della popolazione rom di Margerita, gli immigrati fantasma che arrivano sulle nostre coste di Bismallah. Con un tocco particolarmente delicato,  Alessandro Grande accantona questi temi che fanno da sfondo, e quasi non si vedono più, in favore di trame candide, cariche di emozioni: sono quelle affidate a Francesco Colella, attore catanzarese premio Ubu 2010 – che, assente per questioni lavorative, ha affidato il suo saluto a un breve video – ma anche ai suoi non-attori, scelti proprio per l’espressività dei volti, per quel voler dire molto più che con le parole ma con naturalezza, come lo stesso Grande ha spiegato. Di fronte agli occhioni della piccola Samira (Linda Mresy) protagonista di Bismallah è difficile rimanere indifferenti: lo sanno bene dalle parti dell’Accademia del Cinema italiano, e lo sanno bene coloro che hanno sostenuto Grande e che hanno assicurato di volerlo fare ancora, come il presidente e il direttore della Film commission nostrana, rispettivamente Giuseppe Citrigno e Francesco Loreto, il produttore della Indaco film Luca Marino, sul palco insieme al primo cittadino di Catanzaro Sergio Abramo, che ieri hanno testimoniato la loro piena fiducia nell’operato del regista. «Adesso ci vuole un lungometraggio – è stato l’invito incoraggiante di Citrigno -, noi, da parte nostra ci saremo».

    Lui, Alessandro Grande, di fronte alla dimostrazione di tanta stima e tanto affetto, ricordando amici, colleghi che non ci sono più come Giuseppe Petitto, e chi lo ha supportato da sempre ma non presente in sala, ha voluto affermare che quello dei David non è affatto un traguardo: «Vorrei fosse un punto di partenza, sento di non aver ancora dato nulla. Lo prendo come un incentivo all’impegno e alla dedizione a questo lavoro», ha detto. Per il momento il viaggio di Bismallah continua: selezionata tra 265 titoli partecipanti, rappresenterà l’Italia nella corsa come miglior cortometraggio agli Oscar del prossimo anno. Hai detto niente.

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