Al salone del libro di Torino arriva l’evangelario greco-bizantino

Sarà presentato dallo studioso Domenico Condito. Il manoscritto fu realizzato in uno dei monasteri bizantini sorti nel comprensorio Scyllacense, l'antica terra di Cassiodoro

Più informazioni su


    Sabato 12 maggio lo studioso Domenico Condito interverrà al Salone Internazionale del Libro di Torino, nello stand istituzionale della Regione Calabria.

    Presenterà lo studio pubblicato nell’ultimo numero del “Vivarium Scyllacense”, la rivista dell’Istituto di Studi su Cassiodoro e il Medioevo in Calabria con sede a Squillace. “L’Evangelario della Conciliazione: ritrovamento e vicende postunitarie del codice greco-bizantino donato da Achille Fazzari a Pio X”, questo è il titolo dell’argomento trattato.

    Si tratta del primo studio sul codice Vaticano greco 2330, un prezioso evangelario greco-bizantino dell’XI secolo che si riteneva perduto e che è stato trovato nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Il manoscritto fu realizzato in uno dei monasteri bizantini sorti nel comprensorio Scyllacense, l’antica terra di Cassiodoro, un unico sistema storico-territoriale oggi tripartito fra i Comuni di Stalettì, Borgia e Squillace. In questi luoghi, fra il VI e l’VIII secolo, si stabilirono i monaci migrati dall’Oriente cristiano, a cui passarono le fondazioni monastiche cassiodoree del Vivarium e del Castellense.

    Lo studioso Domenico Condito che è stato anche assessore alla Cultura negli anni ’90, ha ribattezzato il manoscritto “Evangelario della Conciliazione”, per il ruolo pacificatore avuto nell’Italia postunitaria, avendo favorito l’incontro fra l’ex combattente garibaldino Achille Fazzari e Papa Pio X, in un’epoca in cui la “conciliazione” fra lo Stato e la Chiesa non era ancora una realtà compiuta. Lo studio, oltre a fornire la prima descrizione assoluta del codice, con immagini inedite, ricostruisce anche questa pagina dimenticata della storia d’Italia.

    “Ringrazio la Regione Calabria- ha sottolineato- Domenico Condito per questa importante opportunità di divulgazione della mia “scoperta”.

    Più informazioni su