Ordini dei medici, cittadini segnalino dottori che creano dubbi

 Anelli (Fnomceo): 'In aumento provvedimenti disciplinari'

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    “Diffidare delle notizie non certificate in Rete e rivolgersi sempre al medico per avere informazioni in tema di salute, ma se ci si imbatte in un medico che instilla dubbi, ad esempio sulle vaccinazioni, l’invito è di segnalarlo al più presto all’Ordine dei medici locale”. E’ questo l’appello che il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, rivolge ai cittadini in occasione della presentazione della campagna contro le fake news sulla salute dal titolo ‘Una bufala ci seppellirà’.

    “Negli ultimi anni – ha rilevato Anelli – sono aumentare le segnalazioni relative a medici inadempienti o che diffondono dubbi sulle vaccinazioni e sono aumentati anche i conseguenti provvedimenti disciplinari decisi dagli Ordini. Questo perchè inizia ad esserci una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini e degli Ordini stessi sulla pericolosità delle fake news in tema di salute. La Fnomceo, negli ultimi anni, è arrivata così a radiare vari medici, un paio solo nel 2017”.

    Quanto alla nuova campagna, “abbiamo ricevuto molti apprezzamenti da parte dei cittadini ma anche critiche da parte dei no-vax. A noi però interessa che si parli del problema e la comunicazione funziona se suscita forti emozioni, perchè è in questo modo che le persone ricordano un messaggio, come nel caso della nostra iniziativa”. Il problema, ha inoltre sottolineato il direttore generale del Censis Massimiliano Valeri, “è anche che oggi c’è una grande solitudine del cittadino di fronte a una proliferazione di informazioni non certificate; dunque, campagne come questa sono fondamentali”. D’altronde la diffusione di internet e smartphone, ha aggiunto, “rende evidente come questi strumenti siano sempre più utilizzati anche a fini informativi: si pensi che se nel 2007 il 47% degli italiani aveva un’utenza internet, oggi si sfiora il 76% e il 90% tra gli under-30, mentre se ad avere uno smartphone era il 15% della popolazione nel 2009, oggi siamo a quota 69% e 89% tra gli under-30. Inoltre ha un profilo Facebook l’80% dei trentenni”.

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