L’appello di 22 associazioni catanzaresi: ‘La stazione torni a rione Sala’

Un progetto che verrà presentato nei dettagli il primo giugno. Ruga: 'Sarebbe di nuovo una mobilità accessibile. Ed un volano per la città. Ecco perché' 

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    Di Laura Cimino

    Ridare a Catanzaro una stazione in centro. Quella a Sala. Comoda, facilmente raggiungibile e utilizzabile da tutti. Ripristinare così un servizio di mobilità pubblica accessibile per Lamezia Terme e quindi per il resto d’Italia. Dopo il ‘disastro’ di una stazione a Germaneto collegata a un servizio di trasporto urbano inefficiente e poco frequente, senza biglietteria, senza bagni pubblici accessibili, senza presidio di polizia, poco illuminata e di fatto pericolosa per chi vorrebbe viaggiare ma si ritrova in una sorta di cattedrale del deserto. Sono ventidue associazioni cittadine ad essersi messe insieme, espressione della società civile, per il progetto ‘Riattivazione della tratta Rfi Catanzaro Lido- Settingiano passante per la stazione di Catanzaro Sala’.

    Associazioni e liberi cittadini che venerdì 1 giugno nella sede del circolo Placanica di via Settembrini alle 17 incontreranno la città e i rappresentanti delle istituzioni politiche che vorranno ascoltarli per confrontarsi si un progetto costruito anche tecnicamente nei dettagli. ‘Il recupero della stazione centrale di Catanzaro Sala – dice l’ingegnere Claudio Ruga a nome delle associazioni – sarebbe funzionale anche a quello prospettato dalla Regione di un ripristino della Settingiano – Lamezia Terme, la strada che passa dalle stazioni di Amato e Pianopoli, per intenderci, con un risparmio di tempo già ipotizzato di 12 minuti’. Da Sala, nel cuore della città, si potrebbe così raggiungere facilmente Lamezia Terme ma anche Lido. ‘Il progetto – spiega l’ingegnere Ruga – non è in ‘conflitto’ con quello del pendolo partito, alla fine, nel novembre 2017 con la consegna dei lavori appaltati. Infatti i due tracciati potrebbero tecnicamente coesistere anche nel breve tratto comune della linea che dovrebbe essere utilizzata per il pendolo e quella di Rfi al momento dismessa’.

    Casi analoghi di doppio utilizzo infatti (le ruote e le rotaie della ‘metropolitana’ e dei treni sono di misure diverse e sarebbero, detta per semplificare, ‘inserite’ una nell’altra) esistono già in diverse stazioni di Italia come ad esempio quella di Potenza e di Sassari. ‘Il concetto di stazione in centro che attraversa la città – prosegue Ruga a nome delle associazioni- è presente in tutte le città di Italia anche come rilancio commerciale della città stessa. Pensiamo come, a Roma, a Firenze, ma un po’ ovunque, le stazioni siano luoghi commerciali e non solo luogo di passaggio, ma anche punto di arrivo di una città che appare accogliente e servita.

    A nostro avviso – proseguono dalle associazioni – quando Bernardino Grimaldi nell’800 aveva pensato alla stazione di Sala in questo senso, stazione quindi anche come volano dello sviluppo di città, aveva visto lontano: Sala con le industrie, i mattonifici, un albergo di fronte la stazione, divenne infatti negli anni ‘30 quartiere industriale e in questo ruolo fondamentale lo ebbe proprio dalla stazione’. Negli anni la città ha sofferto lo spostamento della stazione a Germaneto, tra l’altro classificata da Rfi come ‘bronze’, ovvero quelle di bassa o bassissima frequentazione la cui gestione a volte è demandata da Rfi a enti o associazioni no profit tramite contratti di commodato d’uso gratuito. La costruzione del ‘pendolo’ non elettrificata ha intanto visto il lievitare della spesa di nove milioni rispetto agli ottanta già appaltati. ‘Speriamo che i rappresentanti politici, da quelli comunali a quelli eletti in parlamento – concludono dalle associazioni – si aprano ad un confronto su questi temi. Riteniamo che una mobilità che funzioni sia un volano per una città come Catanzaro che negli anni ha subito spopolamento e ‘perdita’ di economia e di qualità della vita’.

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