Un centro clinico privato farà formazione ai minori detenuti

Siglato oggi pomeriggio un protocollo d'intesa tra il San Vitaliano di Catanzaro del Gruppo Citrigno e il Cgm per la Calabria per il reinserimento di giovani gravati da misura detentiva

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    di Danilo Colacino 

    Protocollo d’Intesa – siglato poche ore fa nel Tribunale per i Minorenni di via Paglia – tra il Centro di Giustizia minorile (Cgm) per la Calabria e il centro clinico S. Vitaliano di Catanzaro, finalizzato all’avvio di tirocini in favore di ragazzi in carico ai Servizi minorili. Un’intesa che valorizza un metodo di reinserimento di giovani, purtroppo entrati nel circuito penale assai presto, d’ausilio alle numerose attività pedagogico-educative offerte dalla Giustizia e offre un’opportunità concreta di creare sinergie operative tra un ente pubblico e il privato sociale. Fin qui il freddo dispositivo – per così dire – di un patto che, dopo essere stato illustrato, va enfatizzato per i suoi riverberi su una categoria di ragazzi alle prese con una vita tutta in salita ma ancora in parecchi casi “spianabile”. Li si può insomma ancora portare sulla retta via ed è un concetto che i firmatari dell’atto, il direttore del Cgm Isabella Mastrapasqua e il legale rappresentante del S. Vitaliano Alfredo Citrigno, hanno sottolineato più volte. Ha iniziato la dott. Mastrapasqua: “Quello odierno è uno dei tanti esempi della vera Calabria, che sa mettere in campo anche strategie culturali per correggere da sola quanto non va al suo interno. È il motivo per cui abbiamo aperto le porte a una realtà come questa, mettendoci il cuore e allontanando la sfiducia verso iniziative di recupero di giovani gravati da misura carceraria, che auspichiamo venga mutuata da altri imprenditori illuminati. Stiamo infatti parlando di un’operazione che ci consente di affiancare all’istituto della Messa alla Prova (Map, ndr) e al regime del Lavoro all’Esterno, e della Semilibertà, un altro potente strumento per riabilitare e ridare speranza a ragazzi a volte solo vittima di un errore pagato a caro prezzo”. A seguire le frasi del dott. Citrigno: “L’esperienza è già stata maturata con un detenuto del penitenziario di Paola che ha lavorato in una nostra struttura di Longobardi come educatore professionale, essendo laureato in Scienze dell’Educazione. Lo ha fatto, pur essendo scettico all’inizio, unicamente con l’ausilio di un tutor incaricato, per come prevede il Protocollo, nell’ottica di una proficua interazione fra lui stesso e i degenti affidati alla sua assistenza. Senza contare che il tirocinio da noi prevede un compenso mensile, a totale carico del mio Gruppo, pari a 400 euro al mese per tutti i detenuti che lo effettuano”. L’iniziativa ha anche raccolto il sostegno dell’Ordine degli Assistenti sociali per tramite del componente Pietro Romeo.  

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