‘Ndrangheta: operazione ps, arresti in Calabria

Accuse per tentata estorsione, violenza e truffa aggravata

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    È in corso dalle prime ore di questa mattina una vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, finalizzata all’esecuzione di 11 provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di tentata estorsione e illecita concorrenza con minaccia e violenza, commesse con l’aggravante del ricorso al metodo mafioso, ovvero al fine di agevolare la ‘ndrangheta, turbata libertà degli incanti, intestazione fittizia di beni e truffa aggravata. Assieme a numerose perquisizioni, è in corso di esecuzione anche il sequestro di alcune aziende. Tre persone sono state portate in carcere, 4 agli arresti domiciliari, 3 sono state sottoposte all’obbligo di dimora e presentazione alla P.G. e all’obbligo di dimora.

    L’inchiesta da cui é scaturita l’operazione della polizia di stamattina in Calabria, condotta dalla Squadra mobile di Reggio e dal Commissariato di Bovalino e denominata Happy Dog, ha consentito di accertare l’ infiltrazione nel settore canino degli interessi di persone ritenute vicine alla cosca Zagari-Fazzalari-Viola della ‘ndrangheta, con conseguente condizionamento degli appalti indetti dal Comune di Taurianova per l’assegnazione dei servizi di custodia e assistenza nei canili privati. Dall’inchiesta sono emerse anche le presunte condotte intimidatorie ed estorsive ai danni di un imprenditore del settore della custodia canina, vessato anche da persone vicine alle cosche di Platì e Sant’Ilario sullo Ionio. L’indagine ha consentito anche di portare alla luce condotte di concorrenza sleale finalizzate ad ostacolare e screditare l’operato del titolare del canile della Locride “che si era aggiudicato l’appalto di Taurianova- riferisce in un comunicato la Questura di Reggio Calabria – anche attraverso campagne mediatiche e denigratorie, con il coinvolgimento di trasmissioni televisive locali e nazionali, realizzate con il concorso di funzionari pubblici infedeli, che ponevano in essere comportamenti ostruzionistici nell’esercizio delle loro funzioni in danno della vittima, ed esponenti locali di associazioni animaliste”. Sono anche emersi delitti di intestazione fittizia di beni al fine di partecipare ad alcune gare di appalto nel settore canino, nel tentativo di superare gli impedimenti derivanti dalle interdittive antimafia disposte dalla Prefettura di Reggio Calabria, con conseguente truffa aggravata ai danni di Enti comunali.

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