Gratteri alla gente di Lamezia: ‘Aspetto ancora le vostre denunce’

Il procuratore non le manda a dire durante la presentazione di un libro

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    Gratteri non le manda a dire. Durante la presentazione del libro al festival Trame “Fiumi d’oro punta il dito contro quelle classi sociali che da secoli camminano a braccetto con la ‘ndrangheta. Parte dal lavoro della Dda negli ultimi mesi e gli arresti per ‘ndrangheta che a Lamezia sono stati 170 ma “Io ancora aspetto davanti alla mia porta o a quella del procuratore di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, di trovare persone pronte a denunciare un’estorsione subita”, dice senza remore al pubblico che applaude. 

    «Classi dotte quali medici, ingegneri, latifondisti, classe borghese o aristocratica hanno sempre avuto rapporti o hanno usato le mafie, le classi dirigenti lo hanno fatto per risolvere problemi e conflitti tra centri di potere che stanno sopra la nostra testa». «Negli ultimo 20 anni il rapporto si è ribaltato – ha detto Gratteri – perché oggi sul piano sociale, purtroppo, con amarezza vi confermo che sono i candidati, moltissimi candidati che vanno a casa dei capimafia e chiedono pacchetti di voti in cambio di appalti o di benefici. Salvo poi condannare la mafia con sdegno e costernazione quando si avvengono omicidi senza però fare il minimo cenno sul perché noi oggi abbiamo la mafia più ricca del mondo occidentale».

    Poi rincalza, di fatto quasi attaccando velatamente anche i presenti: «Siete qui a battermi le mani, la piazza è stracolma ma non basta – ha detto Gratteri – non basta solo indignarsi contro la mafia, dovete prendere posizione. Lo so, noi calabresi siamo un po’ paranoici, diffidiamo, non ci fidiamo, però penso che ad oggi vi abbiamo dato delle risposte concrete. Ancora vi sto aspettando».

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