Ciconte ha lasciato il gruppo Pd in Consiglio regionale

Il consigliere regionale ha formalizzato l'autosospensione: 'Da anni non si riunisce il gruppo e da troppo tempo la maggioranza'

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    Riceviamo e pubblichiamo a seguire la dichiarazione ufficiale del consigliere regionale 

    La decisione è conseguente ad una dettagliata e travagliata analisi e da una oggettiva valutazione suggerita da un malessere imperante che, come già sottolineato dal collega Bevacqua, interessa il gruppo consiliare del PD, gruppo che difetta in organizzazione, strategia e discussione interna sulle varie problematiche che riguardano il rilancio della nostra martoriata terra. Dopo le dichiarazioni del collega Bevacqua, anche lui autosospesosi, mi sarei aspettato una franca e serena discussione all’interno del gruppo e della maggioranza, cosa a tutt’oggi non avvenuta, nonostante le forti dichiarazioni del Presidente della Quarta Commissione consiliare permanente. La mia storia è sinonimo di attivismo, dinamismo, impegno costante, se vogliamo di coraggio nell’affrontare i problemi. Qualsiasi iniziativa piccola o grande che sia, se non supportata da una concreta motivazione e dalla passione è sicuramente destinata a fallire. La passione e la motivazione, sono elementi imprescindibili per tentare di raggiungere qualsivoglia successo.

    In Calabria, purtroppo, ci ritroviamo in una fase di stagnazione, la palude si è ampliata perché nel tempo si sono accumulati molti ritardi a causa di diversi fattori negativi: miopia, velleitarismo, tecnicismo e tutto ciò ha determinato il logoramento del sistema che è progredito inesorabilmente come, del resto, era prevedibile. Ora non c’è più molto tempo a disposizione, nonostante l’impegno personale del presidente della Giunta ci sono tanti processi di ” necrosi ” in stato avanzato da cui è difficile uscirne senza il contributo e l’impegno di tutti. Chi ha la responsabilità della guida, deve con tutte le sue forze, condurre la nave verso un porto sicuro e non farla infrangere sugli scogli.

    A tutto ciò, forse, con una buona dose di umiltà si può ancora rimediare, occorre a mio avviso, ricercare le ragioni che ci uniscono e non quelle che ci dividono, perché dagli errori si può e si deve sempre imparare. Dopo i risultati elettorali del 4 marzo che hanno segnato una sconfitta sonora per il PD soprattutto in Calabria, poiché moltissimi hanno sfogato il proprio malessere non votandolo più, pensando giustamente di dare una scossa, di provocare una concreta inversione di marcia, il rischio che l’assuefazione coinvolga la gente è concreto. Io stesso vorrei continuare a battermi affinché la politica, quella con la P maiuscola si riappropri del ruolo che le compete, onde evitare che la Calabria continui ad essere terra di conquista. C’è bisogno di uno scatto d’orgoglio, di un risveglio collettivo, di un partito degno del proprio nome, di una classe dirigente e di una guida, di un leader e non di un capo, in grado di ripristinare le giuste motivazioni e ricreare le condizioni per essere noi i promotori ed i protagonisti del futuro della nostra Regione. Pertanto auspico che al più presto ci sia una riunione di maggioranza per entrare nel merito delle varie tematiche ed affrontare i problemi, in modo che la mia autosospensione e quelle già avvenute in precedenza dei colleghi, siano ispirazione per un nuovo percorso; altrimenti se tutto rimanesse inalterato, non vorrei essere considerato tra i responsabili del fallimento di questa stagione politica. 

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