Vittorio De Seta, il sindaco di Sellia marina: La fondazione? Partiamo

Il  primo cittadino Mauro smorza le polemiche: 'Tra qualche mese intanto l'appalto per la sala polifunzionale per proiettare i suoi capolavori'.  Il ricordo del maestro che scelse la Calabria

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    Di Laura Cimino

    ‘La fondazione ‘Vittorio De Seta’? Dico a chiare lettere: partiamo il prima possibile. Il Comune di Sellia marina c’è. L’ente è pronto a costituirla, tutta la nostra disponibilità a collaborare con la nipote Vera Dragone’. Il sindaco del centro alle porte di Catanzaro Francesco Mauro ritorna sulla questione sollevata in un articolo uscito oggi sul Fattoquotidiano.it, con un’intervista alla nipote di Vittorio De Seta, l’intellettuale che scelse Sellia marina. Il regista e sceneggiatore che amava raccontare gli ultimi, di spessore internazionale. Di cui Martin Scorsese diceva ‘Sono pazzo di lui’. Un’intervista, quella di oggi, in cui  si riapre ‘il caso De Seta’: la memoria del regista scomparso ormai sette anni fa merita maggiori tributi da tutta la Calabria. Ma finalmente qualcosa si muove.

    LO SPAZIO CULTURALE A SELLIA MARINA ‘Con un finanziamento Por – dice il sindaco Francesco Mauro – la Regione Calabria ha finanziato per oltre 300 mila euro una sala polifunzionale che non solo porterà il nome del regista, ma soprattutto lo ricorderà con le proiezioni e con i contributi di chiunque voglia e ci auguriamo in collaborazione con la nipote. Mostre, esposizioni di reperti archeologici, e approfondidmenti anche didattici su questa figura così importante per la nostra terra. Partito l’incarico di progettazione, il progetto esecutivo è prossimo e nel 2019 parte l’appalto per la realizzazione’. Il polifunzionale ‘De Seta’, di circa 300 metri quadri, nascerà su via San Francesco di Paola non lontano dal Comune’. Ancora, prosegue il sindaco, ‘nel 2016, con il coinvolgimento di Vera Dragone, è stato presentato un progetto alla Presidenza del Consiglio dei ministri per la realizzazione di un Museo documentario sulle figure di Vittorio De Seta e Giuditta Levato. Progetto presentato anche al Gal ed al Distretto rurale. Il 2 agosto 2015, all’interno del premio Pandora, Vera Dragone ha ricevuto una targa in memoria del defunto Vittorio De Seta “Regista e padre del documentario antropologico italiano” per aver dato lustro e prestigio a Sellia Marina ed alla Calabria intera in tutto il mondo. L’anno scorso con la Cineteca della Calabria abbiamo proiettato un film-documentario sui fatti di Melissa con un intervista al grande regista’.

    IL RICORDO

    NOVEMBRE 2011: A SELLIA IL GIORNO DELL’ULTIMO SALUTO A DE SETA

    “Grazie maestro”, riecheggia tra il suono delle campane nell’ultima scena di Vittorio De Seta, qui nel suo Sud, nella sua Calabria. “Grazie maestro”, dice la gente semplice, quella che lui amava di più, quella del popolo, lui che quando, in questa Calabria, lo chiamavano «marchese», si difendeva sempre, «regista, non marchese». Nel giorno dell’addio del grande documentarista c’è la gente della Calabria a ricordarlo, ci sono i giovani, ci sono i professori, gli intellettuali, ci sono gli attori venuti da Roma, ci sono in prima fila l’amata figlia Francesca e l’adorata nipote Vera, eredi spirituali di De Seta. In una giornata di sole, tra i suoi ulivi e i fichi d’India, il corteo funebre a Sellia parte verso la chiesa del paese, in alto, a guidarlo la figlia e la nipote, qui nel paese dove De Seta aveva cercato e ritrovato le sue origini e la materia più vera della sua ispirazione, il Sud, la terra, il lavoro duro, la lontananza, la separazione.

    « Erano gli ultimi quelli che interessavano a Vittorio De Seta, erano i soggetti deboli, i fragili, gli immigrati, i diseredati, erano i ragazzi di borgata, i poveri – ha ricordato Don Gesualdo, il vicario episcopale ha celebrato la messa portando i saluti del vescovo – per questo il grande intellettuale lascerà qualcosa di immortale, perché con la sua arte e la sua scienza ricercava, come nel messaggio cristiano, la giustizia. Per ciò di quest’uomo rimarranno per sempre forti le idee, i film e i documentari che resteranno per l’umanità intera. Un maestro, un esempio» – ha concluso don Gesualdo , e poi ci sono stati i saluti anche questi commossi del sindaco di Sellia Marina, Mario Amelio «Un maestro modesto – è il ricordo – un grande uomo, che ha rappresentato per il Sud qualcosa di bello, di vero e forte, che ancora vive nel ricordo di tanti anziani, il regista veniva da una grande famiglia, il casato De Seta, e però non ha mai smesso di essere un uomo semplice, questa era la sua essenza, questa era a sua arte. Non ho scritto un discorso ufficiale, uso le parole che mi vengono da dentro come un uomo semplice come lui avrebbe voluto». Con la voce segnata dall’ emozione al grande documentarista ha voluto porgere il suo saluto anche Gianni Attanasio della Cineteca della Calabria. «Dietro la macchina d presa c’era l’uomo, questo è quello che per prima cosa si deve dire – ha ricordato – mai potrò dimenticare il nostro forte rapporto d’amicizia, la sua opera immortale. De Seta ci ha insegnato a guardare con rigore documentario e a sentire con sensibilità.E’ stato fondamentale nella mia formazione come in quella di tutti noi». La gente in chiesa ha partecipato composta al saluto del grande intellettuale, e c’erano giovani, studenti, quelli che ancora non erano nemmeno nati quando la Rai trasmetteva il “Diario di un maestro”, negli anni ’70, epopea dei ragazzi di borgata su quali il documentarista indagava con sguardo introspettivo. Se n’è andata verso il cimitero della terra di Sellia infine, la processione che ha accompagnato il maestro nell’ultima scena, al suono delle campane di un piccolo paese del Sud, mentre il sole scendeva sui suoi amati ulivi e sui fichi d’India.

    GLI AMICI

    «Ricercava “la ragione identitaria”, il maestro, lui che, dall’alto del suo metro e ottantasette, si piegava sui ginocchi per andare a lavorare dentro le solfatare», ricorda pieno di commozione l’amico, il professore Vincenzo Santopolo. «Lui doveva fotografare, questo “vizio” non gli passava, doveva fotografare fino all’ultimo, anche con quelle mani, che, a 88 anni gli tremavano», è il ricordo di un altro giovane amico di Vittorio De Seta, il fotografo Davide Ionà. Istantanee dal Sud degli utimi anni del grande intellettuale, nelle parole di quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, di avvicinarlo, raccoglierne una confidenza, una riflessione.

    Era riservato, Vittorio De Seta, al paese lo sapevano tutti, era introspettivo, come possono esserlo solo certi intellettuali. E quello di un uomo garbato, che aveva ritrovato le sue origini, la terra, il sudore dei contadini e l’amato Sud è il ricordo degli amici, di quelli che riuscivano a parlare con lui, per il quale il buen retiro calabrese restava luogo prescelto per la continua riflessione, per la ricerca intellettuale. Non abitava in paese, ma nella tenuta in località Feudo, sulla 106, il maestro. Parlava poco, amava la natura e la sua tenuta, ereditata dalla madre, ne pressi del paese. E al paese ancora lo ricordano ancora con rispetto e con devozione anche dal circolo del cinema “I cento passi”, ricordano De Seta che non aveva mai smesso di amare la Calabria, la terra atavica nel quale era sempre restava intento a ritrovare “la ragione identitaria”.

    (di Laura Cimino)

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