BoCs Art, finissage con presentazione delle opere alla città

Domani 25 settembre anche una performance sulle parole dimenticate del dialetto calabrese

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    Sta per concludersi la residenza artistica dei BoCs Art avviata lo scorso 13 settembre. Domani, infatti, a partire dalle 18 si terrà il tradizionale finissage con la presentazione delle opere alla città da parte degli artisti che per circa due settimane si sono integrati nel tessuto urbano e sociale di Cosenza.

    In viale George Norman Douglas, sul lungofiume Crati, giornalisti e appassionati saranno come sempre accolti, oltre che dal sindaco Mario Occhiuto, dai 14 artisti invitati questa volta dalla coppia di curatori Giacinto Di Pietrantonio e Giovanni Viceconte.

    Sono nomi di provenienza e generazione diversa che mostrano nel loro lavoro  una particolare attenzione al disegno e alla parola, mezzi di espressione   che  rappresentano le più  elementari  e originarie forme di linguaggio.  Una scelta fatta con l’intento di creare un dialogo con il Festival del Fumetto in corso da anni proprio in questo periodo nel capoluogo bruzio. Un sempre maggiore numero di artisti manifesta grande attenzione a questo genere di arte, al punto che diversi operano nei due campi espressivi dell’arte del fumetto e della pura arte visiva.

    Qualche anticipazione.

    Rebecca Agnes propone attraverso l’antica tecnica del ricamo su stoffa  un diario  antologico di segni delle  persone  incontrate durante la residenza. Al contrario, Giulio Alvigini si confronta con le possibilità creative offerte dalle nuove tecnologie digitali. 

    Karin Andersen  presenterà una serie di sculture e fotografie  in cui la diversità  antropomorfa può rivelarsi  un’opportunità  di arricchimento, anche l’antropomorfismo  favolistico donna-animale presente nei  disegni  di Cristina Gardumi  ci conduce nel mondo delle meraviglie della sessualità.   

    Gabriele Arruzzo  presenta una pittura  ispirata alla filosofia  teologica  del  monaco calabrese Gioacchino da Fiore. Marco Pace  presenterà un lavoro figurativo e  performativo  dedicato allo scomparso poeta cosentino Angelo Fasano,  nel tentativo di evocare l’intensità  e l’habitat identitario dell’essere. Sabrina D’Alessandro propone un lavoro-evento performativo legato al dialetto-lingua calabrese impiegando parole dimenticate, dal titolo “Pittuleru spaccennatu chiacchierune ‘ntrallazzatu”, e previsto alle 20:30 per il quale si richiede la partecipazione attiva dei visitatori. La pittura di  Francesco Fusi  fa invece rivivere personaggi della cultura arbëreshë, da secoli presente nel territorio cosentino. Al contempo, due figure femminile di donne calabresi che salutano,  immerse in un grande bosco, sono il soggetto  del disegno-scultura di Elisa Mossa.

    Il rito di passaggio da mondi differenti  accompagna le espressioni  di Luca Matti in cui il rapporto tra l’uomo e la città viene raccontato in modo ossessivo tramite disegni e pittura in bianco e nero.  Il disegno puro, ma nella sua forma animata, è impiegato da Danilo Sciorilli per realizzare un’opera video in cui il momento iniziale che precede l’azione  dell’atleta crea un senso di attesa che lascia  immaginare  a piacere il seguito del combattimento.

    Il fumetto come modalità di espressione dell’arte è  il campo di lavoro di Dario Guccio, che presenta una serie di personaggi e gesti  di scambi di energia. Ancora, l’opera-fumetto  di Marco Pio Mucci  racconta  momenti di tenera umanità familiare  del padrino Don Vito  Corleone.

    Infine Gabriele Picco si confronta con la scultura utilizzando materiali del territorio che rivestite d’oro, sottolineando l’importanza e preziosità delle risorse della Calabria.

     

     

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