Manno: ‘La candidatura di Abramo alla Provincia di Catanzaro è ottimo inizio’

'La Provincia di Catanzaro deve rappresentare una occasione per dare complementarietà al definitivo assetto istituzionale dell'area centrale'

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    Riceviamo e pubblichiamo a seguire l’intervento a firma di Grazioso Manno

    Ci avviamo, carichi di impegni, ad una tripletta elettorale calabrese. Epicentro sarà la città capoluogo di Regione, Catanzaro, per le previste ed ormai imminenti elezioni provinciali, che chiameranno a votare, come previsto dall’attuale normativa, solo gli amministratori locali. A seguire ci saranno le elezioni europee e regionali che porteranno al voto quello definito con freddo tecnicismo “corpo elettorale”. La prima responsabilità è portare gli elettori al voto: un’ampia partecipazione, è sempre segno di una democrazia compiuta. Superare la disaffezione per la politica che ha condotto, in passato, ad imponenti muraglie di astensione, significa che il popolo coglie all’orizzonte un cambiamento che deve diventare attivo e deciso. Ma andiamo per ordine. La scadenza più vicina sono le elezioni dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro previste per il prossimo 31 ottobre. Le provinciali, hanno la speciale caratteristica degli elettori che, in base alla legge di riforma dell’Ente intermedio, che questa volta trova piena applicazione quindi senza deroghe, non sono i cittadini ma gli eletti nel territorio di riferimento, quindi consiglieri comunali e sindaci. Il Presidente deve essere un sindaco. Restituire alla Provincia ruolo, prestigio e reputazione significa fargli assumere, anche se non formalmente, il ruolo di “Città Metropolitana”.

    La candidatura di Sergio Abramo, sindaco della Città capoluogo, espressione del centro-destra, è sicuramente un’ottima scelta. Questo rappresenterebbe peraltro le prove generali per un centro-destra unito e coeso per le elezioni regionali. La speciale composizione del nuovo “corpo elettorale”, chiamato ad ed esprimere i nuovi vertici della Provincia, consente ai vincitori di ieri di giocare ancora una carta. Gli amministratori di molti Comuni non sono, infatti, tutti di recente espressione, né figli dell’inarrestabile cambiamento. Serve, allora, proprio per le elezioni provinciali, spendersi in una accentuata attività spiegando ai tanti possibili amministratori provinciali che possono iscriversi con successo nel futuro. Bisogna però assicurare ampio spazio agli amministratori di tanti comuni, seppur periferici che stanno dimostrando capacità e qualità e che devono e possono rivendicare, con forza, presenze fra i futuri componenti del Consiglio Provinciale. Una rappresentanza vasta dei territori significa dare forza all’amministrazione Provinciale.

    Insomma la Provincia di Catanzaro, deve rappresentare una occasione per dare complementarietà al definitivo assetto istituzionale dell’area centrale assicurando adeguata rappresentatività a tutti i territori alcuni dei quali, come rischia di avvenire per Lamezia Terme commissariato, finiranno per restare esclusi dal governo dell’ente intermedio. Questo, assicura un sistema di sviluppo resistente alle prove di sforzo nel quale la provincia, intesa come comprensorio – se volete – periferico, costituisca il punto di forza del capoluogo e dei capoluoghi. A seguire, in ordine di tempo le elezioni Europee. Un sistema elettorale proporzionale puro su base interregionale, deve consolidare, con l’accentuata importanza dell’Europa, un autentico quid novi cui non si può rinunciare e che deve vedere, per la Calabria candidature autorevoli e di sostanza capaci di “sfondare” in altre regioni più popolose. Per quanto riguarda le elezioni regionali del prossimo autunno, ed alla percezione che di essa ha l’elettorato calabrese, non possiamo che essere ottimisti: nessuno vuole più votare per costrizione, ancor meno per tradizione ed infine, come accadeva anticamente, per abitudine. In questo contesto di consapevolezza le performances negative dell’attuale Giunta Regionale e del suo Presidente che tutto decide e sdecide secondo sue putative utilità (che tali, evidentemente, non sono visto il suo decrescente consenso) non consegneranno alla sinistra cosiddetta “democratica”, il futuro della Regione.

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