Aemilia: si chiude processo per 148, via camera di consiglio

Dopo 195 udienze, la sentenza non prima di due settimane

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    Si è chiuso a Reggio Emilia, con la 195/a udienza, il dibattimento del processo Aemilia, il più grande procedimento che si sia mai svolto al nord contro le infiltrazioni mafiose. Le accuse ruotano attorno ai legami con il clan ‘ndranghetista di Cutro (Crotone), capeggiato dal boss Nicolino Grande Aracri. Ora i giudici Francesco Maria Caruso, Cristina Beretti e Andrea Rat si sono chiusi in isolamento in camera di consiglio all’interno della questura di Reggio Emilia, per scrivere la sentenza, attesa non prima di due settimane. L’operazione Aemilia scattò all’alba del 28 gennaio 2015, quando vennero arrestate 117 persone; 224 gli indagati. Il processo in abbreviato ha visto 60 imputati: 54 le condanne già arrivate in secondo grado; è attesa la Cassazione per la prossima settima. Il dibattimento, invece, è iniziato nell’aula bunker allestita ad hoc nel tribunale reggiano il 23 marzo 2016. Alla sbarra, 148 imputati; l’accusa ha chiesto pene complessive per oltre mille anni di reclusione. Ventiquattro sono imputati contemporaneamente in un processo abbreviato che accorpa nuove contestazioni: si tratta di reati che sarebbero stati commessi dalle celle del carcere in cui erano detenuti, fino a marzo del 2018, favorendo l’associazione mafiosa. Sono quasi 20mila le pagine di intercettazioni rientrate nei faldoni, con 1.300 testimoni inizialmente convocati; si sono costituite 45 parti civili.

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