‘Ndrangheta, sequestrati beni per 14 milioni di euro(NOMI E DETTAGLI)

I sequestri sono stati effettuati dalla Guardia di Finanza a soggetti ritenuti organici o contigui a cosche di 'ndrangheta del catanzarese, anche di Vibo Valentia. Coinvolto un uomo legato alla politica

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    I militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, hanno effettuato l’ennesimo sequestro contro soggetti ritenuti vicini alla ‘ndrangheta

    Coordinati e diretti dalla Procura della repubblica – Dda di Catanzaro, con il supporto dello Scico di Roma, hanno eseguito 6 distinti provvedimenti di sequestro di beni per un valore di oltre 14 milioni di euro.

    Tra i beni sequestrati ci sono 34 fabbricati, 9 attività imprenditoriali, 16 appartamenti, 2 ville lussuose, 40 terreni e 22 veicoli.

    Le persone coinvolte e colpite dalle misure patrimoniali sono 16 e sono tutte ritenute esponenti di spicco organici oppure soggetti contigui alle cosche di ‘ndragheta dei “Cerra-Torcasio-Gualtieri“, e dei “Giampà” di Lamezia Terme, “Gallace-Gallelli” di Guardavalle, “Anello” di Filadelfia (VV) e nei confronti di un soggetto di Amantea (CS) condannato, scrivono nella nota i militari della Guardia di Finanza, per scambio elettorale politico mafioso.

    ALCUNI DEI NOMI DI SPICCO TRA LE PERSONE COINVOLTE

    Franco La Rupa di Amantea, Luigi Trovato, Domenico Origlia, Nino Cerra e Teresina Cerra

    In particolare, i Finanzieri di Catanzaro hanno eseguito 4 distinti provvedimenti riguardanti:

    • Luigi Trovato, ritenuto contiguo alla cosca di ‘ndrangheta Giampà di Lamezia Terme (CZ)

    Nel luglio 2013, era stato indagato nella nota operazione di polizia convenzionalmente denominata “Perseo”, perché ritenuto responsabile di associazione mafiosa, violazioni in materia di armi e concorso in omicidio, avendo contribuito, secondo gli inquirenti, a fornire appoggio logistico per la realizzazione di un’azione criminosa; veniva poi arrestato per detenzione e porto d’armi con l’aggravante mafiosa. Per questa indagine si attende ancora la decisione della corte d’appello dopo il rinvio della Cassazione.
    Le attività svolte dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro hanno permesso di ricostruire un notevole complesso patrimoniale il cui valore è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati da Trovato.
    Il provvedimento di sequestro ha riguardato complessivamente 17 fabbricati a Lamezia Terme, 3 fabbricati in Pianopoli (CZ), 4 terreni siti a Lamezia Terme, un terreno sito in Pianopoli, un bar ubicato in una zona centrale di Lamezia Terme, 3 società con sede a Lamezia Terme operanti nel settore delle auto, e diversi rapporti bancari e finanziari, il tutto per un valore complessivo stimato superiore a un milione e mezzo di euro.

    • Domenico Origlia  di Guardavalle (CZ) e Francesco Mallamace di Vibo Valentia.

    Il primo dei due era stato coinvolto nella nota operazione di polizia denominata “Itaca-Freeboat”, culminata nel mese di luglio 2013 con l’arresto di 25 soggetti, ritenuti affiliati ovvero fiancheggiatori della cosca Gallace/Gallelli operante in Guardavalle, Badolato e su tutta la fascia del Basso Ionio Catanzarese.
    Origlia era stato, inoltre, coinvolto nell’operazione “Mythos” ed era stato condannato dal tribunale collegiale di Velletri a 12 anni e nove mesi di reclusione, perché ritenuto colpevole, tra l’altro, di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
    Mallamace, invece, nel giugno del 2008 era stato arrestato nell’ambito delle operazioni “Domino” ed “Effetto domino” che avevano riguardato la cosca “Anello” di filadelfia (vv).
    Per i fatti che lo avevano visto coinvolto, all’esito del procedimento penale, nell’ottobre 2012, è stato condannato dalla Corte di appello di Catanzaro a 4 anni e dieci mesi di reclusione perché ritenuto colpevole di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
    Le indagini patrimoniali condotte dai finanzieri del Gico del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro hanno consentito di ricostruire anche in questo caso un notevole complesso patrimoniale il cui valore è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati da entrambi.
    I provvedimenti di sequestro hanno riguardato complessivamente un fabbricato ubicato a Guardavalle (CZ), una ditta operante nel settore dei legnami con sede in Sant’Onofrio (VV) e con unità locale in Val Di Chiana (AR), 5 automezzi e diversi rapporti bancari e finanziari, il tutto per un valore complessivo stimato superiore a 1 milione di euro.
     

    • Franco La Rupa di Amantea (CS), da anni protagonista della politica locale.

    La Rupa ha raggiunto l’apice della sua carriera politica nel 2005, quando è stato eletto consigliere regionale nella lista dell’Udeur.
    Prima ancora di ricoprire incarichi politici a livello regionale, già nel lontano 1992, era stato eletto consigliere comunale di Amantea (CS), rivestendo poi, nell’arco di quindici anni, più volte la carica di assessore (lavori pubblici, personale, bilancio, turismo, sanità, commercio e pubblica istruzione) e successivamente di vicesindaco, fino a diventare primo cittadino, eletto per tre volte consecutive.
    Proprio a causa delle modalità della sua elezione a consigliere regionale nel 2005 è stato coinvolto nelle note operazioni di polizia denominate “Nepetia” e “Omnia”, quando gli è stato contestato il reato di scambio elettorale politico-mafioso. 
    Per l’operazione “Omnia” è stato condannato in via definitiva per violazione con la vecchia formulazione a tre anni di reclusione per voto di scambio con appartenenti alla cosca Forastefano di Cassano allo Ionio (CS), mentre per l’operazione “Nepetia” è stato assolto. perché il fatto non era previsto dalla legge come reato ovvero difettava la prova che i voti fossero stati procacciati con l’utilizzo dei metodi tipici dell’operare mafioso. pur tuttavia, la stessa sentenza di assoluzione dava atto dell’esistenza di rapporti diretti tra il la rupa e la cosca gentile di Amantea (CS).
    Le indagini patrimoniali condotte dagli investigatori delle Fiamme Gialle hanno consentito di ricostruire un notevole complesso patrimoniale il cui valore è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dallo stesso La Rupa.
    Tra i beni in sequestro figura il 50% della struttura immobiliare in precedenza adibita alla casa di cura “Papa Giovanni XXIII” di Serra D’Aiello (CS).
    Il provvedimento di sequestro ha riguardato anche una lussuosa villa ubicata ad Amantea, un bar situato anch’esso ad Amantea nei pressi del polo scolastico, una grossa azienda agricola con sede a Cleto, undici fabbricati dislocati ad Amantea ed altri due a Cleto, trentadue terreni agricoli tutti siti nel comprensorio di Cleto, tre autoveicoli di cui uno di lusso, due polizze assicurative e diversi rapporti bancari e finanziari, il tutto per un valore complessivo stimato in oltre nove milioni di euro.

    I beni posti in sequestro, del valore di oltre due milioni e mezzo di euro:

    1. 15 appartamenti e una lussuosa villa con piscina a Lamezia Terme;
    2. un appartamento in provincia di Firenze;
    3. 3 terreni agricoli, di cui 2 coltivati a vigneto;
    4. intero compendio aziendale di un’attività commerciale di abbigliamento, con sede in provincia di Firenze;
    5. intero compendio aziendale di un’attività commerciale di prodotti latteari a lamezia Terme; 
    6. intero compendio aziendale di un’attività imprenditoriale a Lamezia Terme nel settore del movimento terra;
    7. quote di una società operante nel settore dei “call center”;
    8. 14 autoveicoli (10 autovetture e 4 motocicli);
    9. un acquascooter.

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