Don Giovanni: buon debutto per la stagione del Politeama (VIDEO)

Teatro pieno, anche se non tutto esaurito per l'omaggio a Colosimo  LE FOTO DELLA SERATA 

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    Se il buongiorno si vede dal mattino, la nuova stagione del Teatro Politeama può guardare con ottimismo alle settimane che verranno. Il “Don Giovanni” di Mozart andato in scena ieri sera come apertura ufficiale del cartellone ha infatti raccolto consensi a piene mani: per una città che ha sempre guardato con ambizione alla lirica, il ritorno del repertorio operistico sul palco era stato accolto con entusiasmo già prima dell’estate. Si trattava, per la passata stagione, di un “Otello” non eccezionalmente esaltante, ma che ha ricordato le aspirazioni che Politeama e Catanzaro erano stati costretti a mettere da parte. La conferma ieri sera, quando un teatro pieno – seppure non da tutto esaurito -, ha salutato con affetto l’omaggio all’illustre don Giovanni – dove il “don” era per il senso di rispetto e riconoscimento dell’importanza -, l’imprenditore Colosimo, mecenate della cultura catanzarese, scomparso lo scorso anno.

    A ricordarlo, anche nel suo impegno per il teatro massimo della città, ci hanno pensato i vertici della Fondazione Politeama, il presidente, il sindaco Sergio Abramo, il direttore generale Aldo Costa e il sovrintendente Gianvito Casadonte che hanno voluto introdurre l’opera realizzata proprio con il supporto della famiglia Colosimo, diretta da Luciano Cannito. Il coreografo e regista già aveva firmato l’Otello di sopra, ma questa volta ha potuto approfittare della commedia e del dramma che coesistono con eleganza nella versione del “Convitato di pietra” composta da Mozart, su libretto di Lorenzo Da Ponte: Cannito ha così potuto coniugare la leggiadria della danza che conosce bene a quella leggerezza del genio salisburghese che ne ha caratterizzato lo stile, con una freschezza che è arrivata alle poltrone, piaciuta molto agli spettatori.

    C’è da dire, prima di tutto, che dell’opera, Cannito ha deciso di portare in scena la primissima versione voluta da Mozart che poi fu costretto – dopo una prima a Praga -, all’aggiunta di alcune scene tra duetti e arie, ma soprattutto a una “moralina” conclusiva che effettivamente ai nostri giorni, oltre a fare sorridere, distraggono dal “vero” gran finale della morte del casanova. Così, mentre il libretto di sala, riportava la versione viennese, lo stesso Cannito a più riprese, anche nei giorni precedenti la messa in scena, aveva avuto modo di ribadire questa precisa scelta che ben ha conciliato con lo spirito mozartiano. Molto azzeccata la scelta dei palchetti di servizio per la voce “fuori campo” – ma mica tanto -, del convitato di pietra del titolo, o per il coro degli spettri dell’inferno pronti ad accogliere il “dissoluto impunito”, Don Giovanni appunto. Buona la prova dell’Orchestra Filarmonica della Calabria, diretta da Marcin Nalec Niesiolowski – direttore musicale Filippo Arlia -, così come quella del Coro Cilea di Reggio Calabria, diretto da Bruno Tirotta.

    Su scene di Michele Della Cioppa e con costumi di Giusi Giustino – sempre bellissimi -, il Don Giovanni di Cannito ha potuto contare su un basso che ben conosce il ruolo del protagonista, Carlo Colombara, che è arrivato al Politeama forte di una carriera invidiabile sui palcoscenici internazionali; su tre soprani convincenti, Renata Vari, Joanna Parisi (già Desdemona nell’Otello) e Maria Francesca Mazzara, rispettivamente nei ruoli di Donna Anna, Donna Elvira e Zerlina; sui dignitosi bassi Eugeniy Stanimirov e Francesco Baiocchi, il Commendatore e Masetto. Ma soprattutto sul basso Marco Camastra nella parte di Leporello e sul tenore Alessandro D’Acrissa in quella di Don Ottavio che hanno saputo portare avanti più che bene il compito a loro affidato (soprattutto il tenore, talentuoso prima ancora che calabrese).

    Carmen Loiacono

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