‘Ndrangheta, duplice omicidio a Cosenza. Gratteri: “Faremo luce su altri fatti di sangue”

Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa sugli arresti dei presunti responsabili dell' omicidio di Benito Aldo Chiodo e Francesco Tucci

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    “Questo duplice omicidio non poteva rimanere impunito. E’ stato un caso eccellente, avvenuto in pieno giorno con l’uso anche di armi da guerra e in una zona centrale di Cosenza. E, come è stato per questo caso, bisognerà rivedere altri fatti di sangue seppur datati nel tempo”. Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa sugli arresti dei presunti responsabili del duplice omicidio di Benito Aldo Chiodo e Francesco Tucci, avvenuto il 9 novembre di 18 anni fa. “Oggi – ha aggiunto – ci possiamo permettere di scavare nel passato perché finalmente abbiamo aumentato il numero di magistrati alla Dda e possiamo permetterci il lusso di avere un sostituto sul circondario di Paola, uno sul circondario di Cosenza e uno su Castrovillari. C’ é stato un periodo in cui c’era un solo sostituto per tre circondari. Adesso c’è il dottore Camillo Falvo che è uno dei migliori sostituti di questa Procura e si sta dedicando alle indagini su Cosenza”.

    “La Cosenza di quegli anni – ha detto Antonio Turi, direttore della Dia di Catanzaro – vedeva contrapposti i clan Rua’-Lanzino e Perna-Cicero. Clan autonomi ma confederati che avevano stabilito di spartirsi importanti appalti come quello per i lavori di ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, lo spaccio di sostanze stupefacenti e le estorsioni. A questo gruppo si era aggiunto in alleanza il gruppo degli ‘zingari’. Fino ad un certo punto questa alleanza è rimasta in equilibrio perchè prevedeva per gli ‘zingari’ l’appannaggio di reati quali le rapine e lo spaccio di eroina e hashish, mentre per le estorsioni e gli appalti sulla Salerno-Reggio c’era il gruppo confederato con l’accordo di corrispondere agli ‘zingari’ anche una parte dei proventi dei reati un po’ più gravi. Questo accordo è andato bene fino a quando Benito Chiodo, contabile del gruppo confederato, non ha rispettato più gli accordi della spartizione del territorio con gli ‘zingari’. Agli affari si aggiungevano vicende personali perchè uno dei suoi sicari aveva avviato una relazione extraconiugale con la moglie del fratello di Chiodo”.

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