L’INTERVISTA. “Crediamo in un mondo migliore senza campi nomadi”

Fiore Manzo, coordinatore regionale della Fondazione romanì. “Bisogna ricordare che l'86% degli Italiani ha una opinione sfavorevole nei nostri confronti. Cosenza è abitata da persone, razziste e non”.

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    di Astolfo Perrongelli

    Si chiama Fiore Manzo, due lauree e coordinatore regionale della Fondazione romanì. Rappresenta il presente e il futuro di come dovrebbe evolversi e integrarsi la comunità rom. Lui ci sta riuscendo, altri ragazzi ci provano anche con risultati positivi. Comunque, al traguardo si arriva mettendo da parte pregiudizi e opinioni basate sul sentito dire. Ecco Fiore Manzo intervistato da cosenzainforma.

    Una volta c’erano “i zingari”, termine usato in nodo dispregiativo per indicare i Rom. Ritiene che si siano fatti passi in avanti rispetto a quell’epoca? 
    Per nulla. Sono stati fatti passi indietro, in realtà, basti pensare che nel 1647 la comunità “zingara” insorse insieme al popolo contro la classe patrizia nella città di Cosenza. Ma, oltre a questo evento che il cronista Domenico Arena racconta, c’è un altro esempio che vorrei ricordare per mostrare la differenza fra ieri e oggi e lo faccio attraverso un racconto di mia nonna. Lei ricorda che quando andava nelle campagne le donne che lavoravano la terra le chiedevano di allattare i figli. Basta confrontare questo racconto con tutto ciò che  sta accadendo oggi, possiamo capire in maniera semplice che dei passi indietro sono stati fatti. Bisogna ricordare che l’86% degli Italiani ha una opinione sfavorevole nei nostri confronti. 

    A Cosenza i rapporti tra la comunità rom e l’amministrazione comunale non sono mai stati idilliaci? Colpa di chi? 
    I rapporti umani sono complicati ma non impossibili.  Bisogna avere pazienza e continuare a dialogare. Noi siamo aperti al confronto perché crediamo in un mondo migliore, senza “campi nomadi”, aperto all’alterità e non incline ad ergere muri. Bisogna ricordare sempre che ognuno di noi è altro. Le colpe non sono mai di una sola persona o gruppo, ognuno ha le sue certamente.

    Lei ha due  lauree , è inoltre Attivista ed ex presidente di Lavoro romanò e coordinatore regionale della Fondazione Romanì, non si può dire che non si è integrato bene…..
    Sono una persona che ama essere di aiuto e soprattutto  studiare e restituire la mia conoscenza agli altri. 

    Quali sono i rapporti tra la comunità Rom e le altre (extracomunitari in particolare) presenti a Cosenza? 
    Non si può generalizzare. Come ogni gruppo c’è chi ha un rapporto lavorativo, di amicizia e anche chi, ascoltando i media, ripete a pappagallo che per colpa loro non c’è lavoro. Sai, siamo “persone” anche noi.

    Infine: secondo lei Cosenza è una città razzista oppure è stata annullata l’intolleranza? 
    Cosenza è composta da persone quindi è abitata da persone “tolleranti” e non. Razzisti e non. 

     

     

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