Il Reventino finalmente piu’ libero,e la gente ringrazia i carabinieri

E' tanto minuziosa quanto spaventosa la ricostruzione della violenza a cui il territorio è stato sottoposto. Ultime vittime del gruppo della montagna Pagliuso e Mezzatesta GLI ARRESTI L'ACCUSA DEL SEQUESTRO DI PAGLIUSO IL VIDEO E I NOMI DEI FERMATI

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    Di Giulia Zampina

    Incappucciato e condotto in un bosco contro la sua volontà. Costretto sotto la minaccia di una pistola a cambiare strategia difensiva dal suo stesso cliente indagato per truffa. Portato davanti ad una buca scavata con un mezzo meccanico. Ma anche perseguitato al punto da dover cambiare spesso abitudini di vita. Al punto da essere ucciso.

    Francesco Pagliuso, avvocato penalista ammazzato senza pietà in una sera d’agosto a casa sua, era una vittima predestinata delle 12 persone arrestate stamattina durante un’operazione condotta dai carabinieri del comando provinciale di Catanzaro guidati dal colonello Marco Pecci su ordine della Procura coordinata da Nicola Gratteri.

    Oltre 500 pagine in cui gli investigatori del nucleo investigativo prima sotto la guida del capitano Fabio Vincelli e oggi agli ordini del maggiore Claudio Martino, hanno minuziosamente ricostruito la violenza con la quale dagli anni ‘90 il gruppo criminale del Reventino ha tenuto sotto scacco l’intero territorio. Al punto che oggi, dopo il blitz degli uomini del nucleo operativo agli ordini del tenente colonello Giuseppe Carubia, la gente comune è andata letteralmente in processione alla stazione dei carabinieri di Decollatura per ringraziare i militari per aver liberato Decollatura e i territori limitrofi dalla morsa della paura e della delinquenza.

    Perché, si legge nel provvedimento di fermo “il gruppo della montagna chiedeva l’estorsione a tutti a Decollatura”. E la scia di sangue è arrivata fino a Catanzaro, il 24 giugno del 2017, quando Gregorio Mezzatesta resta vittima della furia omicida di Marco Gallo, il perito elettronico diventato killer. E il 24 giugno , si legge nelle carte, non era stato scelto a caso. In piena faida Gregorio Mezzatesta è stato ucciso il giorno di San Giovanni in memoria di Giovanni Vescio ucciso dalla cosca sodale con la famiglia dei Mezzatesta.

    Una scia di sangue che ha macchiato i monti e non solo della provincia Catanzarese. Una scia di sangue, di violenza, di terrore a cui forse solo oggi dopo circa 30 anni I carabinieri sono riusciti a mettere un argine, dando davvero la sensazione di aver liberato un intero territorio.

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