A 28 anni nella direzione nazionale Pd: intervista ad Anna Pittelli

La giovane esponente democrat che è tra i venti componenti della direzione 

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di Alessia Burdino 

E’ tra i 20 componenti della direzione nazionale del Pd. Si tratta di Anna Pittelli, 28 anni, catanzarese e, come evidenziato da Zingaretti, da «sempre occupata di immigrazione e diritti nella sua Calabria». Le abbiamo fatto qualche domanda per conoscerla un po’ di più.

Così giovane e un incarico così importante. Chi è Anna Pittelli.

“Una giovane donna che ha scelto di dedicare una parte del suo tempo alla politica perché profondamente convinta che solo la cittadinanza attiva possa cambiare le sorti di questo Paese. Io ho scelto di militare in un partito, altri scelgono la via associativa, altri forme di impegno diverse: non c’è differenza. Ciò che importa è non rimanere apatici di fronte a quello che accade intorno a noi.  Se oggi la democrazia italiana vive un momento di crisi cosi profonda è anche perché la politica, per colpa di classi dirigenti autoreferenziali, si è sempre più chiusa in se stessa. L’impegno politico è un servizio, non un mestiere. I rappresentanti istituzionali sono chiamati a esercitare una funzione per un tempo preciso, non a vita. Sembrano ovvietà, ma credo sia stato proprio il perpetuarsi di certi meccanismi a creare questa degenerazione e ad allontanare sempre più persone dall’impegno militante. Quindi, per tornare alla sua domanda, Anna Pittelli è una donna che ha scelto di militare in un partito, il Partito Democratico, per provare a cambiare la sua terra”. 

 Il futuro del Pd nazionale e locale. 

“Ricostruire un popolo. La sinistra esiste se le viene riconosciuta una funzione nella società. A ben pensarci è ciò che è accaduto alle elezioni europee del 2014: quando, a prescindere dal colore politico, in tanti si sono riconosciuti in un messaggio di cambiamento. Perché, è vero, il messaggio della rottamazione era volgare, però lottava contro “un tappo” che ogni giovane italiano, nel mondo del lavoro, della ricerca, della politica, ha sperimentato almeno una volta nella vita. A quel messaggio di cambiamento non sono seguiti i fatti. Abbiamo tradito la fiducia di milioni di elettori, ed oggi ripartire non è semplice. È difficile ma non impossibile. Bisogna rimettere al centro la questione sociale, riconoscere dignità al lavoro. Sviluppare una politica industriale che riesca a conciliare nuovi investimenti pubblici, specie nel Mezzogiorno, con la sfida della sostenibilità ambientale.  Bisogna recuperare la capacità di ascolto e con umiltà tornare a tessere relazioni con chi, fuori da noi, non ha mai smesso di prendersi cura delle proprie comunità. Bisogna chiedere ai giovani di entrare nei nostri circoli, di mettere a fattor comune le loro competenze e darci una mano per ricostruire questo Paese.  Questo è il futuro del PD che immagiamo e per cui lavoreremo, in Italia e in Calabria”. 

Promossi e bocciati del centrosinistra calabrese. 

“Promossi i Giovani Democratici e i segretari di circolo del PD che continuano a far vivere il nostro partito tra le persone, nonostante mille difficoltà. Promossi anche i (pochi) rappresentanti istituzionali che svolgono il loro impegno con una funzione di servizio.  Bocciati i consiglieri regionali che nell’ultimo Consiglio hanno dimostrato di tenere soltanto alla loro autoconservazione, facendo saltare il voto di una norma di civiltà come è la doppia preferenza di genere. Del resto, tante volte, in questi ultimi anni, alcuni hanno dimenticato di far parte di una comunità politica impegnata nella sfida di governo di questa terra, in nome di un correntismo sfrenato e della propria affermazione”. 

 

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