‘Politeama esempio di edificio ben trattato da chi ne usufruisce’

Parole dell'architetto Portoghesi che realizzò il Teatro inaugurato nel 2002 ieri presentazione del libro "L'uomo, il Teatro" di Adriana Lopez

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Catanzaro rivive la realizzazione del teatro Politeama, avvenuta nel 2002, attraverso la memoria del progettista, Paolo Portoghesi. E’ accaduto nel corso della presentazione del libro “L’uomo, il Teatro” di Adriana Lopez, presenti con l’autrice il sindaco Sergio Abramo, il direttore generale della Fondazione, Aldo Costa, ed il sovrintendente Gianvito Casadonte. Portoghesi ha rivelato come questa esperienza gli abbia “permesso di raccontare la storia della nascita del teatro del capoluogo. Un bel libro che testimonia il fatto che la città ha recepito l’edificio come uno dei centri della cultura cittadina”. “Per un architetto – ha sostenuto Portoghesi – è una grande soddisfazione. Le piccole città in questo momento in Italia sono quelle che respirano meglio. Le grandi città sono ammalate e la vivacità dei piccoli centri è una consolazione perché fa capire che la vita della cultura può risorgere, può tornare ad essere il centro della vita urbana”. Ricordato Mario Foglietti cui il teatro è intitolato.

Per l’architetto che il teatro Politeama “abbia trovato un interprete, una persona che gli ha dato qualcosa di personale, come il direttore artistico Mario Foglietti è stato fondamentale, perché questo si è aggiunto a ciò che da solo non può dare un edificio che altrimenti rimane qualcosa di morto se non c’è qualcuno che lo fa vivere. Foglietti, quindi è stato fondamentale per questa vita del teatro dentro la città, una persona precisa per i risultati positivi del Politeama”.

E a parte una ridipintura esterna, secondo Portoghesi, il teatro è “perfettamente conservato ed è certamente l’esempio di come un edificio può essere ben trattato dalle persone che lo usano” calato in un quartiere “che all’epoca della costruzione era malandatissimo, ma con il tempo, ho constatato, che è avvenuto quello che la disciplina ci insegna, e cioè che un edificio può rivalutare un ampia parte della città. Tutto il contorno ne subisce l’influenza positiva, anche dal punto di vista economico e questo è consolante, perché vuol dire che con una strategia adatta si può far rivivere una città e fare il bene degli abitanti aumentando il valore delle cose che posseggono”. “Questa – ha detto Casadonte – è un’opera meravigliosa che ci invidiano un po’ tutti. Un’opera che ha rinvigorito il centro storico, che ha dato la possibilità ai catanzaresi e a tutta la Calabria, di ospitare le più importanti compagnie e le opere liriche più maestose, che ha dato e dà da lavorare a diverse figure vicine al teatro e siamo soddisfatti della tenuta dell’opera, mantenuta e curata come si fa con un gioiello di casa”.

Abramo ha parlato, invece, di quanto fosse più facile realizzare progetti negli anni della costruzione del teatro. “Quando il Politeama è stato costruito siamo riusciti ad ottenere una straordinaria struttura in 36 mesi, grazie all’amministrazione che mi aveva preceduto, che aveva ottenuto un progetto e i finanziamenti e che io sono riuscito a sbloccare. C’erano più risorse anche per gli spettacoli. Rimpiango quei tempi perché oggi viviamo un momento di antipolitica. Ricordo le passate Giunte, come quella di Rosario Olivo, ci sono sempre state difficoltà, ma si è sempre cercato di realizzare qualcosa perché si era attaccati alla città”. (ANSA).

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