Truffe per oltre 2,5 milioni di euro, a giudizio promotore finanziario

Insieme ad un presunto complice è accusato di essersi impossessato del denaro di oltre 70 aspiranti investitori


di Antonio Capria – Sono accusati di aver messo a segno una serie di truffe per oltre 2 milioni e mezzo euro ai danni di più di 70 aspiranti investitori il promotore finanziario 41enne Antonio Loiacono, di Vallefiorita, e il 49 catanzarese Attilio Ferragina, destinatari di un decreto di citazione a giudizio davanti al Tribunale monocratico di Catanzaro.

Tra le vittime finite nella rete dei presunti truffatori, difesi dagli avvocati Silvana Aversa ed Ermenegildo Scuteri, numerosi cittadini di Vallefiorita e dei paesi vicini, allettati dalla proposta di prodotti finanziari particolarmente accattivanti per le garanzie offerte sul capitale investito e le capacità di rendimento fino al 10 per cento, in realtà non reperibili sul mercato.

Sono 47 i capi d’accusa complessivamente formulati dal sostituto procuratore Andrea Giuseppe Buzzelli in seguito alle diverse indagini svolte dalla sezione di Polizia giudiziaria dei Carabinieri di Catanzaro e dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza, scaturite anche dalle denunce delle numerose persone offese, patrocinate dall’avvocato Giuseppe Pitaro.

Secondo quanto contestato dagli inquirenti i due imputati avrebbero approfittato “dei rapporti di amicizia, confidenzialità, stima e affetto” vantati con i propri clienti sia da Loiacono che da suo padre (non indagato né in alcun modo coinvolto nel procedimento) noto in paese “quale profondo conoscitore del settore finanziario” e già direttore della filiale di una banca.

Le diverse truffe, secondo l’accusa, sarebbero state realizzate da Loiacono, promotore finanziario prima della Ras Bank e poi della Mediolanum, con l’aiuto di Ferragina, utilizzando modalità pressoché analoghe: nella maggior parte dei casi il promotore si sarebbe fatto consegnare dagli ignari clienti somme di capitale più o meno consistenti trattenendo per sé le somme che avrebbe dovuto investire, in alcuni casi trasferendo titoli di credito alla società di Ferragina, che provvedeva ad incassarli, oppure emettendo assegni e bonifici sul conto della stessa società.

Per i singoli episodi gli inquirenti hanno calcolato profitti illeciti da poco più di duemila euro ad oltre 350 mila euro: in qualche caso il promotore si sarebbe fatto affidare dalle vittime l’intero Tfr. Gli episodi sono anche risalenti nel tempo, e arrivano fino ai primi mesi del 2014. Loiacono è anche accusato dei reati di appropriazione indebita e di sostituzione di persona perché, al fine di portare a compimento le truffe, si sarebbe sostituito ad “oltre 70 clienti per compiere centinaia di operazioni fraudolente sui conti e sui prodotti finanziari degli stessi”.

Il reato di sostituzione di persona è contestata anche, per un episodio, a Ferragina. Tra i difensori delle parti offese gli avvocati Giuseppe Pitaro, Giancarlo Pitaro e Vittorio Ranieri.

I due imputati dovranno comparire il prossimo 19 novembre davanti al giudice monocratico della prima sezione penale dottoressa Maria Cristina Flesca.