Padre e figlio scomparsi,due fermi ed un ricercato

Duplice omicidio maturato per problemi di sconfinamento animali

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    Litigi e screzi andavano avanti da tempo. Il tutto per gli sconfinamenti di bestiame da un terreno all’altro. E avevano creato una frattura insanabile nei rapporti tra le due famiglie, seppure imparentate tra loro, anche con la presentazione di denunce reciproche. Contrasti che alla fine sono culminati in un caso di “lupara bianca”. E’ questo il contesto in cui, secondo la Procura di Crotone ed i carabinieri, è maturato il duplice omicidio degli allevatori Rosario e Salvatore Manfreda, di 68 e 35 anni, padre e figlio, scomparsi a Petilia Policastro dal giorno di Pasqua ed i cui corpi non sono mai stati ritrovati. Per il duplice omicidio adesso ci sono degli indagati. La Procura ha emesso tre provvedimenti di fermo, due dei quali eseguiti, nei confronti di Salvatore Emanuel Buonvicino, di 20 anni, e Pietro Lavigna, di 50, mentre è ricercato Pasquale Buonvicino, 52enne, padre di Salvatore, che si troverebbe all’estero. Sarebbero stati loro, secondo l’accusa, ad uccidere padre e figlio. A loro, i carabinieri sono giunti partendo dai contrasti esistenti, incrociando le immagini della telecamere di videosorveglianza presenti nell’area e studiando i dati dei tabulati telefonici. “Un omicidio condotto con modalità mafiose per motivi banali” è stato il commento del procuratore di Crotone Giuseppe Capoccia che insieme al pm Alessandro Rho ha coordinato le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro e del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Crotone. Un duplice omicidio che sarebbe stato commesso, probabilmente alle 9 della mattina del giorno di Pasqua, in maniera efferata e con l’uso di almeno un fucile da caccia. Questa, almeno, è la ricostruzione fatta dagli investigatori sulla base degli elementi trovati. Nei giorni successivi alla scomparsa, infatti, i carabinieri, oltre all’auto bruciata di padre e figlio, hanno trovato, nei pressi della loro azienda agricola, materiale biologico dei due uomini – materia cerebrale, sangue e un dente – e tracce di pallini di piombo. Inoltre, ad una settantina di metri, è stata trovata una cartuccia da fucile. Presumibile quindi, secondo gli investigatori, che una delle vittime sia stata violentemente percossa, magari sino alla morte, mentre l’altra avrebbe tentato una fuga disperata, finita con un colpo di fucile. Adesso, per chiudere il cerchio, i carabinieri sono impegnati nella ricerca dei corpi. Un lavoro avviato senza esito sin dalle prime ore della scomparsa ma che adesso potrebbe dare nuovi frutti, magari con la collaborazione di uno degli indagati. (ANSA).

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